Alessandro Magno, incoronato re della Macedonia, successe al padre Filippo, morto a seguito di un complotto.
Si sa che Alessandro Magno decise di invadere la Persia e conquistare il grande Impero persiano fino alle foci dell’Indo e oltre. Ma la cosa che arrovella da secoli gli storici è comprendere la reale natura dell’affetto di Alessandro Magno per Efistione, di cui si conosce molto poco.
Certamente ad Efestione Alessandro Magno confessò tutti i suoi segreti e fu l’unico amico fidato su cui poter contare, circondato come era da gente solo formalmente fedele, ma in realtà opportunista e bramosa di potere. Gli onori tributati ad Efestione in occasione della sua morte furono simili a quelli tributati al famoso cavallo bianco di Alessandro, Bucefalo. Infatti quando morì Efestione, Alessandro Magno crocifisse il medico che lo ebbe in cura e volle che a Babilonia, la più importante delle città persiane, fosse eretta una pira di 140 metri per lato e di 60 metri di altezza, quasi come se Efestione fosse un dio, e non un essere umano.
In suo onore ed in stremo sacrificio conquistò alcune città, i cui giovani vennero decapitati. A parte tutto, non esistono prove evidenti del rapporto omosessuale tra Alessandro Magno ed Efestione, anche se sappiamo con certezza che sia in Grecia che in Macedonia questi rapporti non destavano scalpore ed erano tollerati, non scalfendo in alcun modo la dignità delle persone coinvolte. L’omosessualità era ammessa, ad eccezione di quella coatta.
Alessandro Magno riteneva di essere figlio di un dio e in tutta la sua breve vita onorò Eracle ed Achille, tanto che andò a visitare la tomba di quest’ultimo, non appena sbarcò in Asia Minore, per iniziare la campagna militare che lo portò a conquistare tutto l’impero persiano.
Ma anche Achille aveva un amico, Patroclo. Quando Alessandro perse l’amico, cadde nel baratro. Di chi si sarebbe fidato, considerata la cerchia di eventuali pretendenti al trono, che non attendevano altro che la sua morte, per prenderne il posto? A ciò non c’è risposta.