Non è la prima volta che qualcuno avanza timidamente l’ipotesi che la levitazione potesse essere la soluzione agli enigmi che ci presentano le antiche costruzioni. Pietre squadrate, del peso di svariate tonnellate, potevano essere sollevate con la forza del pensiero, o in altro modo. Senza dover ipotizzare poteri medianici, si può pensare al magnetismo, o alle onde sonore.
Se prendiamo per buono il racconto di Al Masudi (Al Masudi è la traslitterazione corrente, ma non del tutto esatta, del nome dello storico e geografo Abu al-Hasan Ali al-Mas’udi, che alcuni definiscono anche l’Erodoto arabo. Visse nel X secolo e viaggiò moltissimo, per tutta la sua vita. Aveva conoscenze molto approfondite nelle scienze e nelle arti, e ci ha lasciato un compendio molto vasto, che si compone di ben 30 libri, in cui fa il preciso resoconto dei suoi vagabondaggi), o chi per lui, potremmo pensare che fosse la speciale risonanza tra quei bastoni metallici a permette alle pietre di sollevarsi senza sforzo e di muoversi come su un nastro o un cuscino d’aria. Di recente, molti ingegneri del suono hanno certificato la presenza di particolari risonanze negli edifici antichi, piramidi comprese. Non è dunque così audace pensare che forse in Egitto vi fosse una conoscenza tale del modo di propagarsi delle onde sonore tale da consentire azioni persino per noi inimmaginabili, quasi “magiche”.
C’è un’iscrizione che sembrerebbe questa ipotesi, presente in un’opera custodita nel Metropolitan Museum of Art di New York. Nell’iscrizione, che si trova tra le statue di Iside e Wepwawet, ognuna delle quali ha in mano un was, si vedono due simboli a forma di forchetta legati da una serie di sottili fili, che potrebbero rappresentare le vibrazioni che si propagano da uno strumento all’altro. Questa è una possibile interpretazione “altra” di geroglifici che altrimenti vengono letti in ben altra maniera. Interpretazione che viene rigettata perché considerata “fantastica”, in quanto presupporrebbe per i nostri progenitori conoscenze del modo in cui funziona la materia che noi moderni stiamo appena cominciando ad approcciare. Il nostro concetto di “progresso” ci vieta di ipotizzare che forse non ci siamo “evoluti”, ma siamo “involuti” al punto da non riuscire più a capire come siano state costruite le piramidi.
Fonte articolo e foto copertina: https://www.saggiasibilla.com/2020/04/02/al-masudi-e-come-le-piramidi-vennero-costruite/