Alcune ore fa, Giorgio Napolitano, Presidente Emerito della Repubblica, è deceduto.

Fu nel 2006 che questo “grande napoletano” iniziò i suoi primi sette anni al Quirinale, dopo aver mostrato per anni di essere un avveduto conoscitore della vita parlamentare e di quelle dinamiche politiche insite nella storia repubblicana. Tra i suoi meriti, aver tenuto testa alla durissima crisi economica di quel periodo mantenendo la stabilità politica necessaria, nonostante la sua deposizione per la presunta trattativa Stato-mafia.

Nel 2013, al suo secondo mandato, dovette vedersela con il Carroccio, meritando il rispetto di Berlusconi – nonostante le polemiche sulle leggi ad personam e gli scandali sessuali – e battendosi perché fossero effettuate decise riforme nell’euroburocrazia al fine di frenare il distacco dei cittadini e limitare il populismo allora crescente. Oggi gli viene giustamente riconosciuto il “coraggioso tentativo” di promuovere il dialogo tra forze politiche avverse per il bene del Paese, come pure l’aver puntato su Mario Monti per evitare un default devastante, senza però “scansare” la recessione.

FONTEansa.it
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