Da qualche tempo, è ritornato in funzione il “Grande Progetto Pompei”, il cui proposito è rettificare e risolvere gli attuali problemi idrogeologici e conservativi riguardanti le zone di scavo, comprendente il confine tra la parte sottoposta a ricerche e quella inesplorata della città antica. Tale area ammonta a tremila e cinquecento ettari ancora sepolti sotto diversi strati di lapilli e cenere, ubicata nell’Insula 10 della Regio IX, confinante nello scavo del regio V, nella quale sono emerse le case di Orione e con Giardino, oltre al Themopolium.

Gli obbiettivi di tale operazione sono di migliorare le condizioni per la conservazione e la tutela delle strutture millenarie risistemando i fronti di scavo, spesso soggetti a vulnerabilità per la pressione del terreno sui muri antichi e per il deflusso delle acque meteoriche. Le nuove operazioni saranno gestite da diverse professionalità dell’archeologia come archeobotanici, vulcanologi numismatici, topografi antichi, allo scopo di trarre informazioni e dati dalle indagini stratigrafiche.

FONTEgrandenapoli.it
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