Poche ore fa, il Comune di Napoli, in un’ordinanza, ha dichiarato pericoloso il Campanile di Santa Chiara che, a causa di anni di incuria e abbandono, rischia di crollare a pezzi e di poter uccidere chi transita presso di esso.
Costruita da Roberto d’Angiò e della regina Sancia tra il 1310 e il 1340 nella zona di San Biagio dei Librai e Spaccanapoli – all’epoca situata nella cinta muraria occidentale, all’inizio del decumano inferiore – con forme gotiche provenzali e, in seguito, ristrutturata in stile barocco, Santa Chiara è miracolosamente sopravvissuta ai bombardamenti del 1943.
Ciò che rimaneva affrontò il terribile incendio avvenuto poco tempo dopo, per poi risorgere con l’aspetto originario solo grazie a un imponente restauro che si concluse nel 1953; un secondo restauro, legato a un finanziamento di 158.000 mila Euro per la sua messa in sicurezza, è avvenuto nel 2014.
Il suo inserimento nella documentazione ufficiale di palazzo San Giacomo, per le ordinanze a tutela della pubblica incolumità riguardanti edifici periferici nel degrado, è una triste nota dolente per l’ennesimo bene culturale che dovrebbe rendere gloriosa Napoli, e che finisce, invece, nel novero delle ricchezze artistiche lasciate a sé stesse.