Quali sono le cause primarie di un omicidio?

Psichiatri e psicologi da tempo studiano questo grande problema ma le cause non sono mai le stesse. Riguardano l’ambiente, in cui vive un individuo, il livello culturale, il tipo di rapporti con altri individui, l’educazione ricevuta, i rapporti familiari, e così via.

Il cosiddetto “Sistema Lombrosiano” del 1800 considerava delinquente un individuo, partendo dalle sue fattezze fisiche. Secondo Lombroso, l’origine del comportamento criminale si trova proprio nelle caratteristiche tipiche dell’”assassino perfetto”, come le grandi mandibole, gli zigomi sporgenti, il naso schiacciato, la fronte troppo bassa.

Questa teoria è ormai superata. Nella seconda metà del Novecento vi è stata una certa frequenza di reati gravi, come gli omicidi, dal punto di vista delle caratteristiche socio-demografiche dei loro autori e delle povere vittime. Il tasso di omicidi accertati è aumentato negli anni ’70 fino al 1982, raggiungendo nel 1991 il livello più alto della seconda metà del Novecento. Ciò ha riguardato sia gli omicidi domestici, che quelli fra coniugi, genitori, figli, quelli per futili motivi o con finalità politica fino ai nostri giorni.

Evitando di ricordare varie statistiche, negli ultimi 20 anni le vittime per eccellenza di omicidi sono le donne. Le motivazioni sono varie, ma in molti casi si sono rivelate veramente banali. In certi casi, non viene ritrovato il cadavere: si pensi, ad esempio, alla scomparsa di Emanuela Orlandi, una storia infinita che parte dagli anni ’80 fino ai nostri giorni. A parte tutte le considerazioni, gli omicidi di donne all’interno delle mura domestiche sono prevalenti e quasi tutti sono opera di persone che sembrerebbero normali, e che invece sono evidentemente “disturbate” a livello psicologico, abitudinarie e apparentemente tranquille. Ciò deve far pensare, soprattutto quando si tenta di ricostruire le dinamiche di quegli omicidi. Si pensi ai delitti di donne rimbalzati sulle cronache dei giornali, in cui gli assassini sembrano calmi e sereni, e capaci di una estrema freddezza: ritornano tranquillamente a lavorare, dopo il compimento dell’omicidio o si costruiscono un credibile “alibi”, che talvolta successivamente risulta poco dimostrabile. Ma, una volta trovate le varie cause che hanno spinto gli assassini ad uccidere, una volta che è certo chi siano gli assassini, le pene dovranno essere comminate in modo severo da parte dei giudici: a tal proposito è auspicabile una prossima grande riforma dei codici penale e di procedura penale, di competenza esclusiva del nostro Legislatore.

 

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