Napoli. Quando scendono gli spazzaneve in campo senza che la neve ci sia.
Di emergenza si tratta, ma ci è chiaro cosa emerge negli ultimi anni parlando di educazione?
Di generazione in generazione, il rapporto tra genitori e figli è stato sempre complicato, cosa rende oggi questo rapporto tanto in crisi da interessare i media e non solo gli esperti per mestiere?! Tutti ne parliamo, tutti ne sperimentiamo gli effetti, ma noi come ci comportiamo con i nostri figli?
Proprio a cominciare dalla mia generazione, per i nati negli anni ’60, che ha dato inizio al declino. Noi figli di padri che davano del ‘voi’ ai propri genitori, l’abbiamo sdoganato, siamo passati al ‘tu’ , con i nostri figli abbiamo innescato un sacrosanto dialogo che però via via si è svuotato di significato. Il ruolo genitoriale si è assottigliato di molto, siamo diventati amici dei nostri figli comportandoci da pari. Le generazioni a seguire poi, da amici si sono trasformati in adoratori dei propri figli, diventati il prolungamento narcisistico del proprio io. In un’epoca in cui si chiede di essere eterni giovani non si cede il passo, e per un inconscio senso di colpa per non volerci sacrificare per loro, si concede loro il possibile senza attendere che venga richiesto.
Tutto diventa accessibile, i giovani non riescono a sviluppare un desiderio, ogni frustrazione è evitata, ogni ostacolo spianato. Questi piccoli Budda venerati, crescono senza sperimentare la noia, l’attesa, il desiderio appunto, per cui diventano anime fragili, vulnerabili, che non reggono il fallimento e al primo no ricevuto o crollano, o diventano arroganti. Si arrogano il diritto di aver sempre ragione e di non riconoscere in nessun adulto la benché minima autorevolezza.
A scuola sperimentano, dal primo giorno, la frustrazione di non essere gli unici al mondo e lì cominciano i problemi per i difensori d’ufficio: i genitori che sin dal primo incontro con gli insegnanti del proprio figlio, si pongono come controparte a contrastare un inevitabile giudizio, magari non sempre lusinghiero, sulla loro piccola e indiscussa divinità.
Tutto diventa ostacolo da spianare: il compagno di banco, i troppi compiti, i troppo pochi compiti, un insegnante severa, un insegnante troppo tollerante … in definitiva nell’intero corso di studio, se qualcosa non va, la causa è sempre da trovare al di là del naso del proprio pargolo. E’ colpa degli altri, gli stessi con i quali i genitori spazzaneve non intendono relazionarsi, per capirne magari i risvolti sui propri figli di variabili di un equilibrio sempre più precario.
Gli ultimi episodi di cronaca testimoniano una mancanza totale di rispetto verso i propri docenti; gravi atti di bullismo attuati da ragazzi sempre più giovani fino ad arrivare ad atti criminali che rendono più acuta questa emergenza. Il web amplifica le loro deplorevoli gesta impunite che indignano il mondo adulto, ma non loro il cui ego è invece nutrito.
I genitori hanno perso, o forse mai avuto, il controllo sui propri figli, accontentati da sempre e in tutto e i ragazzi, senza alimentare passioni o valori, alzano il tiro andandosi da soli a cercare le loro perverse frustrazioni.
E non è, come dice Michele Serra, un fenomeno di classi sociali abbienti, il genitore spazzaneve è trasversale: cambiano le modalità ma non la possibilità di mettersi n discussione.
Il mondo adulto intero è in crisi, a sua volta non cresciuto ad essere un genitore credibile, testimone di un comportamento non morale, ma rispettoso della legge.
I padri di una volta parlavano poco, ma erano esempio e radice. I giovani oggi, sembrano non avere radicamenti, vagano senza appigli, alla ricerca del sensazionale, molti non sembrano divertirsi se non si sballano: un’evasione ricercata senza saper gestire una consapevolezza dell’essere. Fino a divenire uomini fragili che non reggono un no in amore.
Ma come si fa ad educare ad educare? Nessun corso di formazione può assurgere a questo arduo compito, genitori lo si diventa vivendo, commettendo errori, ma proprio nel riconoscere questi errori saremo esempio per i nostri giovani.
Adulti si diventa quando ci si accorge che i propri genitori invincibili sono invece limitati, umani e da questo limite che ha inizio il percorso individuale di ognuno di noi, a nostra volta imperfetti, ma con la voglia di intraprendere da soli il viaggio con gli ostacoli che inevitabilmente ci saranno.
Lasciamo che i nostri figli cadano, impareranno a rialzarsi senza aiuti, ma pretendiamo il rispetto di chi voglia indicare loro la strada, non dimenticheranno le loro origini e radici se non impediamo la loro spontanea ramificazione nella vita.