Questo evento ha provocato un dibattito feroce nella società italiana che ha visto schierarsi in un dualismo oppositivo senza precedenti.
Da un lato abbiamo gli organizzatori e le frange più estreme delle destre europee, che vestito il vessillo dei difensori della famiglia, ne vogliono detenere l’appartenenza.
Dall’altro abbiamo il movimento dei diritti, quelle che un tempo venivano chiamate sinistre, che nel nome dei diritti dimenticano che questi appartengono anche alle famiglie.
Sicuramente gli organizzatori dell’evento hanno provocato e hanno fatto storcere il naso anche a chi per natura avrebbe dovuto appoggiare l’evento: la Chiesa Cattolica.
Infatti, nessuno ha chiarito che il congresso della Famiglia non è stato fondato dalla Chiesa Cattolica, ma le sue origini sono ben più lontane.
Il congresso nasce negli Stati Uniti d’America , grazie all’azione di Allan C. Carlson, storico rappresentante dell’amministrazione Reagan.
Questi, convinto che il basso tasso di natalità fosse causato dalla propaganda dei movimenti femministi degli anni 60/70, ha portato avanti una piattaforma che potesse integrare tutti coloro che vedessero nella famiglia tradizionale patriarcale il centro della società.
Così facendo è riuscito ad avere l’appoggio di esponenti di correnti religiose ma anche di intellettuali atei.
Il congresso in Europa non ebbe tanto successo sino a quando dal 2012 alcuni esponenti del mondo ecclesiastico cattolico e luterano hanno deciso di appoggiare tale iniziativa.
Il Forum , a differenza degli incontri mondiali della famiglia, quest’anno ha presentato dei documenti molto discutibile.
La difesa della famiglia non viene presentata in una dialettica positiva, bensì nella richiesta di eliminazioni di diritti ormai acquisiti nella società occidentale.
I no ai diritti alle coppie omosessuali, il no al diritto della carriera della donna, il no all’onanismo e altri 26 no, hanno provocato la reazione non molto pacata del mondo LGBT, delle femministe e dei movimenti dei diritti.
Qui nasce il vero dibattito velenoso. Da una parte chi vuole eliminare dei diritti acquisiti per difendere la famiglia (ma non si capisce poi quale tipo di famiglia).
Dall’altro chi vuole eliminare il diritto di essere madri, di formare una famiglia , e la difesa della natalità a nome di un modello di società sempre più individualista.
In questo circo grottesco, la Chiesa Cattolica e la Cei hanno preso le distanze. Saggiamente, la Chiesa che difende il diritto della famiglia fondata sul matrimonio uomo-donna, non può assumere una dialettica esclusiva e di condanna come quello del Congresso delle famiglie.
Esiste ancora la possibilità di poter difendere la famiglia e le minoranze. Bisogna fuggire dalla tentazione di dipingere il mondo come un’opposizione tra bianco e nero. Il realtà il mondo è molto più complesso e sfumato.
C’è un bisogno di un ritorno alla politica e al dibattito costruttivo, affinché si inizi a costruire un mondo che possa ancora fungere da casa dell’umanità.