Classi tecnologiche, ecco l’ambizioso progetto che Samsung sta provando a realizzare nelle scuole. Il colosso coreano ha deciso di portare gratuitamente le sue tecnologie nelle scuole senza chiedere nulla alle istituzioni se non la loro collaborazione. Si parla delle TECNOSCHOOL, scuole del futuro, un programma che la società sta esportando in tutto il mondo già dal 2013 e di istituti ne ha già trasformati oltre 3200. In Europa se ne contano 1997 di cui oltre 220 in Italia, rigorosamente selezionate dal “Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca”.
Nelle scuole digitalizzate l’unica cosa che ricorda le vecchie classi sono banchi e sedie di legno, perché basta orientare lo sguardo un po’ più in là per scorgere la lavagna, vale a dire un enorme schermo touch digitale a colori, connesso a internet ed a tutti i tablet degli allievi, che ha soppiantato di gran lunga le LIM –lavagne interattive multimediali-.
La domanda però che forse ci affiora nella mente è: quanto costa essere così all’avanguardia? La risposta è davvero semplice: è possibile trasformare una scuola senza costi eccessivi, in quanto sono sufficienti una buona connessione al web ed i vari dispositivi. Gli istituti quindi non devono dotarsi di server, né hanno bisogno di personale aggiuntivo.
Se dunque non ci sono grossi costi da sostenere, e quindi lauti guadagni da ricavare, quale vantaggio può trarne un’azienda come il gigante coreano? All’interrogativo ha risposto Carlo Barlocco, presidente di Samsung Electronics in Italia, affermando che quella che applica Samsung è chiamata social responsability, ossia responsabilità sociale ed in particolare spiega che si tratta del loro modo di restituire qualcosa alla comunità, un modo per ringraziarla della fiducia che riserva all’azienda. Dunque, niente più pesanti cartelle per la gioia dei genitori, niente più quaderni e libri di testo, ma anche niente più alunni che marinano la scuola fingendosi malati, perché da casa possono seguire le lezioni, ascoltando la voce del docente e partecipando a qualunque discussione in aula, guardando esattamente le stesse immagini che scorrono sulla lavagna, che come per magia si materializzano sui display del tablet.
Addio vecchia scuola, benvenuta Smart School, al modico peso… di meno di mezzo chilo.