La maggior parte delle macchine da guerra utilizzate dai Romani fu introdotta nel I° secolo A.C., proprio in occasione dell’ascesa al potere di un grande generale: Caio Giulio Cesare.
La carrobalista fu senz’altro la prima macchina da guerra mobile dell’esercito romano. In effetti è una vera e propria evoluzione della balista che poteva essere montata su traino ed agevolmente spostata da cavalli. Fu introdotta per l’utilizzo sia in battaglia che negli assedi alle città.
La macchina è basata su apposite molle di bronzo composte da varie lamine che sparavano frecce molto lunghe o palle di piombo molto pesanti. I serventi della macchina da guerra erano sempre due.
Era costituita dal calcio, con un apposito congegno di scatto, dal telaio con le corde e meccanismi di metallo, dal sostegno e da un carro ove era montata. Addirittura esisteva una vite particolare che poteva essere azionata per alzare o abbassare la direzione delle frecce o delle sfere di piombo da lanciare.
La balista era utilizzata negli assedi e poteva lanciare anche giavellotti, pietre, frecce spesso infuocate.
Il suo arco era fatto di due aste di legno, inserrate in un telaio posto sopra un cavalletto. Da precisare che le due aste erano tirate da varie fibre, che venivano tese proprio al massimo, come delle molle.
L’oggetto da lanciare veniva posizionato in una vera e propria scanalatura del carrello e, sganciato il perno, il dardo lanciato raggiungeva una distanza di circa 300 metri. La distanza raggiunta era inferiore per le pietre. Però dobbiamo ricordare che queste macchine da guerra non furono inventate dai Romani: erano conosciute già dagli Assiri e dai Greci. Certo è che la versatilità e la maneggevolezza di queste macchine da guerra gettavano lo scompiglio tra le fila dei nemici di Roma, proprio in quanto andavano a colpire i bersagli con estrema precisione. Si può dire che rappresentavano la parte migliore dell’artiglieria romana. Le baliste e le carrobaliste venivano assegnate ad ogni legione in un certo numero predefinito. Furono utilizzate in epoca repubblicana ed imperiale. Caio Giulio Cesare fu tra i primi ad usarle.