La “Campania Felix”, così definita dai Romani, desta sempre un mare di sorprese. Oltre al sito di Liternum, dimora di Scipione l’Africano, ed altri tratti dell’antica Domitiana, anni fa furono effettuati alcuni scavi lungo la via Consolare che da Capua portava al porto dell’antica Puteoli, un percorso di circa 20 km. La via, di origine osca, divenne importante all’epoca della dominazione romana sulla zona. Basti pensare che l’antica Puteoli cadde sotto l’influenza romana nel secondo secolo A.C. (precisamente nel 194 A.C.).

Peraltro, un’altra via, quella proveniente da Atella, nel territorio dei Regi Lagni (nei pressi dell’attuale Sarno) arrivava a Liternum, un centro di grandi scambi commerciali sulla costa.

Sappiamo che i Romani rimasero celebri per le tecniche di costruzione di strade, acquedotti, domus, strutture pubbliche, terme, e così via.

Sono sempre più frequenti i ritrovamenti di queste antiche strade, anche se di fatto è molto difficile attribuire un tracciato alle antiche vie, a causa di successive modificazioni dei territori interessati e del degrado che è di casa in queste zone.

Quasi nei pressi dell’antica Cuma esiste un famoso arco con in basso il tipico pavimento  romano, luogo di inizio dell’antica strada Domitiana. Il luogo dovrebbe essere transennato e la circolazione degli autoveicoli vietata. Il continuo passaggio di autoveicoli sotto quell’arco non solo lascia continue tracce di grasso sulla antica pavimentazione romana, ma è un costante pericolo per il prezioso reperto, per i rumori ed il peso eccessivo degli autoveicoli che vi transitano sotto.

Un reperto del genere può essere conservato nel migliore dei modi rispettando precise regole tecniche di conservazione dei monumenti storici. Ma non è il solo. Decine di reperti archeologici nella Campania si trovano nel più grande degrado, anche se deve riconoscersi che importanti passi in avanti sono stati fatti.

 

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