Secondo la mitologia il lago d’Averno era l’ingresso dell’Ade (il regno dei morti). Secondo un altro mito il luogo era abitato dai Cimmieri, che vivevano nel sottosuolo.
Sempre secondo la mitologia tradizionale, le acque dell’Averno erano senza fondo e continuamente alimentate dallo Stige, un fiume infernale ove erano intrappolate le anime dei defunti. Nell’Averno fu posta la sede della Sibilla, una vergine legata al culto di Apollo, che poteva predire il futuro con responsi poco chiari. Infatti ancora oggi, quando una frase o una parola appare equivoca, spesso diciamo che è sibillina. Qui le si rivolse Annibale per conoscere l’esito della sua campagna militare contro Roma.
Era quindi un luogo sacro; tale sacralità era amplificata dalla natura vulcanica del sito che rendeva le acque del lago tossiche per gli uccelli che lo sorvolavano. Peraltro Avernum significa “privo di uccelli”. Il sito era circondato da una selva. Durante il I secolo A.C. il generale Agrippa, per rispondere agli attacchi navali, volle dare il via ad una grande opera, il Porto Giulio, servendosi dell’architetto Cocceio.
Quest’ultimo collegò il Portus Iulius al porto di Cuma, escogitando lo scavo di numerose gallerie, attraverso le quali potevano spostarsi rapidamente uomini e merci dal Golfo di Puteoli a quello di Cuma. Solo che tra il lago d’Averno e il lago Lucrino esisteva uno sperone di roccia: questo sperone fu tolto, permettendo la comunicazione tra i due laghi. Il lago di Lucrino fu collegato al porto di Puteoli attraverso uno spazio sabbioso: nacque quindi un agevole approdo per le navi romane e il lago d’Averno diventò il cantiere della flotta romana di stanza nel Portus Iulius.
La grotta della Sibilla venne poi utilizzata solo come deposito e sulle rive del lago nacque un vero e proprio cantiere navale.
Ma Cocceio non si fermò a questo. Sempre per agevolare il passaggio di uomini e merci dal golfo di Puteoli a quello di Cuma, fece scavare un traforo che attraversava il Monte Grillo.
Successivamente la flotta navale militare romana fu spostata al Miseno e il lago Lucrino assunse una dimensione tipicamente residenziale, piena di lussuose ville con annesse peschiere, ove i Romani coltivavano pesci, molluschi, ecc. Anche l’Averno cambiò fisionomia, diventando un luogo termale. Ancora oggi si possono ammirare questi luoghi e, vedendoli, possiamo solo immaginare le loro caratteristiche prima sacrali e poi militari.
Molti scavi nelle zone su descritte furono effettuati da un grande archeologo di vari decenni fa, Amedeo Maiuri, il cui ricordo è sempre molto vivo per gli abitanti campani.