Chi è che non conosce, anche se non proprio direttamente, Baia con il suo golfo. Il clima ameno del paesaggio e le sue acque termali ne facevano un luogo speciale per i Romani. Fu un luogo molto frequentato da influenti personaggi dell’epoca, non ultimi alcuni imperatori, come Claudio, Caligola e Nerone.

Le ville dei Romani possidenti degradavano dalla collina verso il mare. Secondo Plinio, gli edifici pubblici coesistevano con quelli privati, attribuendo così a Baia un carattere prettamente residenziale, specialmente nel periodo imperiale.

Il folle Caligola fece costruire un ponte di barche sulla apposita rada, per poter poi attraversarlo a galoppo sul proprio cavallo, nominato da lui stesso senatore. Le acque antistanti Baia a vari metri di profondità contengono un insieme di strade romane, di parti di ville, di mosaici, di statue e di altri reperti, molti dei quali si trovano tuttora nel Museo Archeologico di Baia sistuato nell’antico castello Aragonese.

In epoca repubblicana, per Cicerone, Baia era considerata un vero e proprio luogo di dissolutezze. Orazio ebbe a dire che nulla al mondo splendeva più del golfo di Baia; ma le fortune di Baia non durarono per molto tempo. Infatti il bradisismo tipico dell’area fece sprofondare nel mare una grande porzione del sito, ancora oggi visitabile con speciali barche munite di vetri nel loro sottofondo, attraverso cui i turisti possono tranquillamente ammirare le antiche vestigia. Proprio a causa del fenomeno naturale del bradisismo tutta l’area fu per secoli abbandonata fino al Medio Evo. Ne furono attratti Petrarca, Boccaccio e gli Aragonesi. Ma nel 1538 un disastroso evento, cioè la nascita improvvisa del Monte Nuovo, che fece alcune vittime, contribuì notevolmente a far dimenticare il noto sito.

Successivamente l’uomo ha fatto la sua parte, distruggendo le vestigia di un glorioso passato e relegando i turisti alla vista del Parco Archeologico e dei pochi ruderi al di sotto del mare.

Tra i vari ambienti disposti nel Parco spicca una piscina, in cui probabilmente venivano rappresentate battaglie navali, secondo una moda dell’epoca. Del resto anche altri siti archeologici avevano un apposito spazio che veniva riempito di acqua per le cosiddette naumachie (il Colosseo, per esempio). Più in là si può ammirare un tempio a cupola, dedicato a Mercurio, molto particolare per i giochi di luce e per la caratteristica eco. L’antica Baia non è la sola ad essere ammirata. La seguono, ed a ragione, Miseno e Bacoli, aree in cui sono presenti famosissimi siti archeologici con i loro reperti.

FONTEOpere di Orazio.
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