La marina militare romana fu attiva dal 303 A.C. al 476 D.C.
La sua presenza permanente nel Mar Mediterraneo e nei principali fiumi di tutto l’Impero iniziò con Ottaviano Augusto. La sua operatività risale alla prima guerra Punica combattuta contro i Cartaginesi. Le principali flotte erano due: la flotta del Miseno e quella Ravennate. Esistevano poi anche flotte minori, quali quella britannica, germanica, Syriaca, ecc..
I marinai (classiari, appartenenti alla classis, cioè flotta navale o marina militare) provenivano un po’ da tutte le etnie delle Province dell’Impero e prestavano servizio militare per almeno 25 anni. Solo dopo questo periodo di tempo diventavano veri e propri cittadini romani. Erano stipendiati e guadagnavano un po’ di meno dei legionari.
A capo delle due principali flotte vi erano due Prefetti. È nota la prima battaglia navale dei Romani con i Cartaginesi che si svolse nei pressi di Milazzo e si concluse con la vittoria dei primi, grazie all’utilizzo di uno strumento destinato a rendere Roma padrona dei mari: il corvo.
La marina romana si incentrava maggiormente su una nave veloce e manovrabile, la trireme, lunga 40 metri e larga 6, su cui venivano piazzate varie macchine da guerra. Sotto il ponte delle navi remavano almeno 170 vogatori in condizioni veramente precarie e su tre livelli sovrapposti.
Oltre alle triremi solcavano i mari anche altri tipi di navi, come le quadriremi, le quinqueremi, le esaremi e le liburne. Queste ultime erano navi di medie dimensioni, veloci ed ancora più manovrabili delle triremi; servivano a trasportare truppe ed erano addette al supporto logistico. Ma l’innovazione che permise ai Romani di trasformare le battaglie navali in campali era costituita dal “corvo”.
Si trattava, in buona sostanza, di una macchina guerresca in legno munita all’estremità di un uncino, con cui si afferrava la nave nemica: attraverso il ponte di legno da cui era costituita, gli armati potevano penetrare nella nave agganciata. L’introduzione del corvo sulle navi da guerra romane fu determinante per affermare la supremazia militare romana nel Mar Mediterraneo e determinare la definitiva sconfitta dei Cartaginesi, che poi culminò con la distruzione di Cartagine nel 146 A.C.