Anche i Romani compravano e si scambiavano regali di Natale.

Si trattava di candele, cibi e spezie, oggetti per la casa, libri, vestiti, cosmetici, piccole statuette di cera, di terracotta o argilla variamente dipinta, monili.

Per permettere gli acquisti dei regali per la festa, venivano realizzati appositi mercatini.

Appunto i Saturnalia erano tra le più antiche feste della tradizione romana e si svolgevano tra il 17 e il 23 dicembre di ogni anno. Si svolgevano nel periodo dedicato a Saturno che fissava la fine del ciclo agricolo nel passaggio tra il vecchio e il nuovo anno e si chiudeva alle Kalendae Ianuarii (il primo gennaio) con l’inizio del nuovo anno legale. Queste feste erano per la Roma imperiale le feste del solstizio di inverno, cioè il 25 dicembre di ogni anno. Nel III secolo D.C. la festa del sole era progressivamente diventata un culto di morte e di rinascita.

Lo scambio di doni avveniva anche per i compleanni (munus natalicia). I doni venivano elargiti in base alla particolare ricorrenza ed al censo dei cittadini.

Spesso si omaggiavano gli ospiti di piccoli doni, variamente distribuiti dai padroni di casa più abbienti.

Non abbiamo inventato nulla. Quello che accade ogni anno il 25 dicembre accadeva anche 2000 anni fa. Negli scavi dell’antica Pompei e di altri siti archeologici si possono ammirare vari affreschi che evidenziano appunto varie figure umane con oggetti da regalare. Tra queste è celebre la raffigurazione di una donna, un fanciullo e di un uomo, tutti con oggetti da regalare ben evidenziati su un grande sfondo bianco.

Le tre figure umane si distinguono per la finezza dei particolari e per la sontuosità delle vesti indossate proprio in occasione di una festa.

Secondo alcuni storici in alcuni casi i doni venivano distribuiti con una specie di lotteria. I termini latini dei doni erano i seguenti: munus, dono, munusculum, piccolo dono, ma anche donum (dono,offerta), così come anche donatio.

Da duemila anni quelle tradizioni, seppur in parte cambiate, sono le stesse.

 

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