L’Amore tra uomo e donna.
Un argomento che sembra di facile comprensione nella sua semplicità ma, ad una più accurata osservazione, si rivela di una estrema complessità, sia sul lato fisico che su quello emotivo.
Amare qualcuno significa aprirsi con lui, condividere segreti e complicità, diventare vulnerabili e rischiare che la persona che ami possa, fin troppo facilmente, trasformarsi in un oggetto di disprezzo e odio, se il rapporto finisce per naufragare.
L’altro rischio, nell’amore, è legato al tradimento di una delle due parti coinvolte, che, se anche si può risolvere al meglio, finisce per innescare l’autodistruzione del rapporto, trascinandolo fino a quando la separazione rassomiglia a una benedizione.
Il regista Michelangelo Antonioni, nel 1960, ha affrontato tali delicate e difficili tematiche nel film L’Avventura, potendo contare su un tri di artisti come Lea Massari – Monica Vitti – Gabriele Ferzetti.
Durante una vacanza in barca, presso le Isole Eolie, Anna, figlia di un ambasciatore a riposo scompare senza lasciare la benché minima traccia.
Sandro, il suo compagno e Claudia, la sua migliore amica, iniziano a cercarla per conto loro, senza riuscire a trovare il minimo indizio riguardo la sua sparizione.
Con il passare delle ore, l’attrazione che i due hanno sempre dovuto sopire finisce per prendere il sopravvento, senza che il pensiero di tradire una persona ad entrambi cara riesca a fermarli dall’amarsi in vari luoghi (tra cui un campo).
Ma la loro “unione” entrerà presto in crisi, a causa di una scappatella di lui; anche se riuscirà a perdonarlo, Claudia comprenderà che i loro rapporti futuri sono destinati a diventare burrascosi e intrisi di dolore e, alla fine comprenderà perché Anna è scomparsa: non vedeva altro modo di mettere fine a “un cancro in evidente stato di metastasi”.
L’Avventura – una vicenda sconcertante che racconta, in modo impeccabile, il lato oscuro del desiderio.