La tomba di Tutankhamon: la leggendaria dimora del riposo eterno del più giovane faraone dell’Antico Egitto, la cui camera mortuaria, contenente migliaia di tesori, statue dorate e amuleti fu scoperta ed aperta dal team dell’archeologo Howard Carter. Il celebre egittologo, però, da prove emerse recentemente, si sarebbe impadronito di diversi tesori durante la catalogazione dei reperti, riuscendo a cavarsela con pochi danni. Un amuleto, da lui sottratto e donato al traduttore di geroglifici Sir Alan Gardiner, fu riconosciuto in quanto quest’ultimo lo avrebbe fatto valutare da un esperto museale, Rex Engelbach.
Costui, analizzandolo e indagando per conto suo, rivelò che doveva essere stato rubato. Entrambi, temendo “gravi conseguenze” nei riguardi delle “future spedizioni archeologiche”, scelsero di “insabbiare il tutto”, coprendo Carter. A sua discolpa, senza volerlo assolutamente assolvere, va detto che il suo rapporto con il governo britannico fu, a dir poco “tossico”. Da esso non ottenne mai nessun elogio per il lavoro svolto, né aiuto per i numerosi problemi che ebbe con il governo egiziano. Ora, un libro racconterà l’intera vicenda, anche grazie al carteggio tra Carter e Gardiner, che sarà presente nel volume per permettere una “giusta comprensione” dell’intera faccenda.