01 marzo 1982: Per la prima volta, nel nostro paese, viene trasmessa la serie anime Versailles no Bara – da noi ribattezzata Lady Oscar – tratta dal manga omonimo realizzato dall’autrice Riyoko Ikeda ad opera dello studio di animazione giapponese Tokyo Movie Shinsha, famoso per Lupin III e Detective Conan.
Una trasposizione animata che ha avuto l’immensa fortuna di poter contare, nel suo staff, di un quartetto di artisti davvero “fuori dal comune”: il direttore della fotografia Hirokata Takahashi, noto per essere stato il primo ad aver introdotto l’effetto “luce vera” / il duo Shingo Araki & Michi Himeno, famoso per aver rilanciato gli indici di ascolto di Ufo Robot Grendizer (Ufo Robot Goldrake nel nostro paese), e che sarebbe esploso anni dopo con Saint Seiya (conosciuti anche, a livello globale, come i Cavalieri dello Zodiaco) / il regista Osamu Dezaki, subentrato a Tadao Nagahama a partire dall’episodio dodici dopo la morte di quest’ultimo, rendendola un capolavoro.
Ma, nonostante una “tale fortuna”, almeno qui da noi, vi sono delle “imperfezioni” in tale cult:
1) Il ciclo “infinito” di repliche anche a distanza di due / tre anni dall’ultima trasmissione, fin troppo spesso a discapito di altri titoli validi, spariti dopo un solo passaggio o riapparsi anche dopo decenni, e che l’ha reso “disprezzato ed odiato” dalla stragrande maggioranza degli appassionati, ad eccezione di quelli “duri e puri”, quando bastava semplicemente riproporlo ogni cinque o sei anni per non “disgustare” i telespettatori.
2) Il mancato ripristino delle sigle originali giapponesi – l’opening Bara Wa Utsukushiku Chiru e l’ending Ai No Hikari To Kage – nelle versioni in dvd e in BD da parte della Yamato Video, decisamente migliori di quella dei Cavalieri del Re e di Cristina D’Avena.
3) La “pessima scelta” di non “portare in animazione” la parte finale del manga che narra del triste, doloroso e desolante destino di Maria Antonietta e degli effetti principali della Rivoluzione Francese, relegandolo a un “solo e misero” mezzo episodio.
Una soluzione migliore sarebbe stata far morire Oscar intorno all’episodio 36 o 37, lasciando i tre o quattro rimasti ad illustrare il fato della Regina di Francia e di Luigi XVI, come pure quello di Fersen e Robespierre con una maggiore accuratezza storica della loro fine.
Da anni si vocifera, sul web, di un progetto animato sull’opera della Ikeda: se mai si farà, dovrebbe concentrarsi sui quattro comprimari citati, con dei flashback della nostra eroina e quello che è davvero accaduto dopo la sua drammatica morte alla Bastiglia, il 14 luglio 1789.