Nel quartiere Vomero, in via Sanfelice, angolo via Palizzi, c’è una bellissima villa in stile Liberty denominata “La Santarella”. Fu fatta costruire da Eduardo Scarpetta, davanti a un panorama mozzafiato, con i proventi della sua fortunatissima commedia “ ’Na santarella”. Sulla facciata della palazzina c’è un bassorilievo con la scritta “Qui rido io” che, nelle intenzioni del grande commediografo comico, voleva significare: “Voi ridete assistendo alle mie commedie ma qui, in questo luogo ameno e fantastico, godo e rido io”. E’ questo il titolo che Mario Martone, geniale regista napoletano, ha voluto dare al suo film.
Scarpetta ha creato il teatro napoletano moderno sul palcoscenico e nella vita, un magnifico intreccio di energie e talento. Al di là delle vicissitudini del suo talamo, frequentato nella sua vita da più donne, e di alcuni dei suoi figli nati “more uxorio”, bisogna attribuirgli il merito di avere cementato una famiglia allargata che, magari apparentemente, ha vissuto in armonia e senza contrasti, ma che è stata il motore del successo teatrale di Scarpetta. Prima dei titoli di coda significativa è la fotografia dei tre fratelli De Filippo, mai riconosciuti dal “patriarca” della famiglia ma fulcro di una progenie di straordinari attori e autori teatrali. I tre fratelli, come è noto a tutti, portarono il cognome della madre, Luisa De Filippo, nipote della moglie e, forse, unica sua vera passione.
Il film di Martone è uno straordinario affresco della vita privata (che tanto privata non è stata) e artistica del comico, imperniato inizialmente sulla figura della sua creatura più popolare. Felice Sciosciammocca, destinato, nelle intenzioni dell’artista, a soppiantare addirittura la maschera di Pulcinella. Significativo spazio è stato dato alla vicenda giudiziaria tra Gabriele D’annunzio e Scarpetta, accusato dal “Vate” di plagio per aver messo in scena la parodia dell’opera dannunziana “La figlia di Iorio” diventata “Il figlio di Iorio”.
Una delle scene finali, memorabili, del film è l’arringa che lo stesso Eduardo recita (è il caso di dirlo) in tribunale e che volgerà il destino del processo a suo favore, nonostante la testimonianza contraria di giovani poeti emergenti come Salvatore Di Giacomo, Roberto Bracco e Ferdinando Russo. Straordinaria, come sempre, l’interpretazione di Toni Servillo, nei panni del protagonista. Rilevante, e non senza sorpresa, l’interpretazione di Cristiana Dell’Anna, nei panni di Luisa De Filippo. Conosciuta dal pubblico televisivo come interprete nella soap “Un posto al sole”, si è fatta valere anche nella serie “Gomorra”. Cresciuta tantissimo artisticamente. Ma tutto il cast è di alto livello.
Ultima annotazione: la meravigliosa colonna sonora impreziosita dalle liriche e dalle melodie più belle e conosciute della canzone napoletana. In definitiva un sentito e significativo omaggio di Mario Martone alla sua città e al concetto di “napoletanità”.