Gabriel Zuchtriegel e Llorenç Alapont dell’Università di Valencia, in queste ultime ore, hanno annunciato la scoperta di una nuova tomba “alquanto particolare” a Pompei che, dai primi rilevamenti, risulta davvero differente da quelle scoperte fino a questo momento, e che potrebbe aprire uno spiraglio decisamente affascinante sulle rovine più famose del mondo, che ancora oggi offrono nuovi e sorprendenti spunti agli archeologi.
La “struttura tombale” è stata realizzata a recinto, ed è dotata di una facciata decorata da piante verdi su un fondo blu e con una camera per l’inumazione in un periodo durante il quale i corpi degli adulti venivano normalmente inceneriti; in più, è anche presente un’iscrizione marmorea dalla quale giunge una prima conferma sul fatto che, nei teatri della colonia romana, almeno nel periodo corrispondente agli ultimi decenni prima dell’eruzione del 79 d.C, le opere venivano recitata anche in lingua greca.
Il corpo del defunto, che dalle analisi risulta in parte mummificato, presenta una testa totalmente ricoperta di capelli bianchi, insieme a un orecchio parzialmente conservato, come pure delle piccole porzioni del tessuto che, in precedenza, lo avvolgeva, rivelandosi come uno degli scheletri finora meglio conservati dell’antica città, e un’autentica una miniera d’oro riguardo i dati scientifici che si potranno ottenere da essa.