Le piramidi sono delle enigmatiche e perfette costruzioni antiche sparse in tutto il mondo, forse vestigia di un’antica civiltà che popolava il nostro pianeta, e quelle più conosciute sono quelle di Giza, dove la Piramide di Cheope è la più grande e maestosa di quelle conosciute, l’unica delle sette meraviglie del mondo antico ancora in piedi. Adesso sembra che altre potrebbero venire alla luce proprio in Egitto, scoperte da una archeologa amatoriale della Carolina del Nord, Angela Micol che, grazie all’ausilio di Google Earth, afferma di aver avvistato due possibili complessi piramidali sconosciuti, individuando un ammasso enorme, grande quasi tre volte le dimensioni di quella di Giza, e gli insoliti cumuli di sabbia notati dall’archeologa americana potrebbero nascondere una struttura molto più grande e, a sostegno della sua tesi ci sono delle antiche mappe ed i risultati di uno studio preliminare di un sito vicino al Nilo che ha rivelato cavità, pozzi e gallerie, tutte orientate verso il Nord.
Il sito in questione si trova a circa diciannove km dalla città di Abu Sidhum lungo il Nilo, e comprende un ampio pianoro triangolare di centonovanta metri di lato che è quasi tre volte le dimensioni della Grande Piramide di Giza e, se la controversa scoperta fosse confermata, saremmo di fronte alla più grande piramide della Terra. In particolare, i tumuli da lei scoperti sono segnati come piramidi su trentaquattro mappe antiche di proprietà di Kamal Medhat El-Kady, ex ambasciatore del Sultanato dell’Oman e sua moglie Haidy Farouk Abdel-Hamid, un ex consigliere della presidenza egiziana, entrambi collezionisti di mappe antiche, che hanno affermato a Discovery News che possiedono altre mappe e dodici documenti scritti da scienziati e funzionari che supportano le affermazioni della Micol, che ha addirittura individuato anche un secondo sito di possibili piramidi vicino all’Oasi Fayum.
Il sito contiene una forma a quattro lati che è ampia quattromila duecento metri, e una strana leggenda sul luogo lo vede come in preda ad una “grande magia” e le antiche mappe suggeriscono che le piramidi di Fayum furono deliberatamente sepolte nel tentativo di cancellarle dalla memoria, e il luogo non è mai stato studiato dagli archeologi, tuttavia, il ricercatore Mohamed Aly Soliman, che ha guidato la spedizione preliminare al sito nei pressi di Abu Sidhum, ha detto che i cumuli sono stati realizzati in diversi strati non appartenenti al paesaggio circostante, suggerendo che esse erano state effettivamente realizzate da egiziani che cercavano deliberatamente di seppellire la struttura.
Fonte articolo & foto: Roccoblogger, https://telodiciamonoisevuoi.altervista.org/2015/11/27/le-piramidi-perdute-abu-sidhum, 27 novembre 2015