I primi racconti di sabba ebbero un effetto provocatorio che contribuì ad alimentare il fuoco delle persecuzioni successive, infatti nel 1484 papa Innocenzo VIII scrisse nell’enciclica Summis Desiderantes Affectibus: “E’ da poco giunto alla nostra attenzione, non senza amara tristezza, che molte persone di entrambi i sessi, dimentiche della propria salvezza ed allontanatesi dalla fede cattolica, hanno abusato di sé stesse con demoni maschi e femmini e con i loro incantesimi, malefici, evocazioni ed altri orridi sortilegi, enormità ed offese, distruggono il frutto del grembo delle donne, i piccoli dei greggi, le messi dei campi, l’uva dei vigneti ed i frutti degli alberi e uomini, donne, greggi ed altri animali, viti e meli, alberi, erba, grano ed altri frutti della terra, fanno si che uomini, donne, greggi ed animali soffrano e siano tormentati fuori e dentro e che gli uomini non generino e le donne non partoriscano ed essi impediscano l’amore coniugale di uomini e donne“. “Di conseguenza“, annuncia il Papa, “i nostri beneamati figli di Heinrich Institor e Jakob Sprenger, professori di teologia dell’Ordine dei Frati Predicatori, sono stati delegati come inquisitori di tali depravazioni eretiche“.
Questi due inviati Domenicani, scrissero il famigerato “Malleus Maleficarum“, (il maglio delle streghe), che George Lincon Burr, uno dei maggiori specialisti americani in materia di stregoneria, descrisse come “il terribile libro che fu maggior causa di sofferenze di qualsiasi altro testo scritto di penna umana“. La prima parte descrive le condizioni necessarie perché vi sia stregoneria e ricusa sistematicamente gli argomenti che negano la realtà. La seconda parte tratta dei metodi con i quali le Opere di Stregoneria sono foggiate e dirette e come possono essere felicemente annullate e dissolte. La terza parte, riferendosi a Procedimenti Giudiziari contro le Streghe, descrive nei particolari come quelle sciagurate devono essere identificate, rinviate a giudizio, interrogate, torturate, incriminate e giustiziate.
Il Malleus Maleficarum, fu stampato nel 1486, proprio quando nel 1455 fu inventata la stampa da parte di Gutenberg, che stampò la prima Bibbia nel 1456 e la nascita di questa nuova invenzione favorì l’espansione del libro, del fenomeno dei cacciatori di streghe, dell’inquisizione e di tutto ciò connesso. Il Malleus riportò un successo che molti autori moderni invidierebbero: 16 edizioni stampate una dopo l’altra, in tedesco, 11 in francese, 2 in italiano e 6 in inglese. Come dimostra il successo di questo libro, la follia della caccia alle streghe dilagò in tutta Europa. Per gli autori del libro, nessun inganno era troppo subdolo e nessuna tortura troppo crudele quando si trattava di estorcere una confessione.
Uno dei più famosi discepoli del Malleus fu il giurista-filosofo francese Jean Bodin, (1529-1596), che fu probabilmente il primo a formulare una definizione ufficiale di strega: “Qualcuno che, conoscendo le leggi di Dio, cerca di compiere determinati atti mediante un accordo con il Diavolo“. Bodin era spaventosamente efficiente nel processare le presunte streghe e pur di estorcere confessioni, non rinunciava a torturare personalmente fanciulle ed invalide e proclamava che l’essere arse vive sul rogo era una morte troppo rapida per loro, visto che non durava più di mezz’ora. Nel 1580, verso la fine della sua vita, Bodin scrisse un libro intitolato “Demonomania degli Stregoni“, persino più duro e più insidiosamente circostanziato del Malleus, e fu ben accolto ed ebbe una vastissima risonanza e diffusione.
L’inquisitore della Lorena, Nicolas Rémy, conosciuto anche come Nicolaus Remigius, era contemporaneo di Bodin e pur non eguagliandolo intellettualmente, fu certamente un suo pari nel campo della persecuzione. Nei 15 anni durante i quali giudicò casi di stregoneria, si rese responsabile dell’esecuzione di circa 900 persone e nel 1582, quando gli morì il figlio maggiore, sospettò che si trattasse di un atto di stregoneria ed in seguito accusò e condannò una mendicante, da lui respinta poco prima che morisse il figlio. Come diceva egli stesso: “le streghe somministrano il loro veleno nel modo più ingannevole. Se ne spalmano le mani e si aggrappano ai vestiti della loro vittima, come se la volessero intrattenere o propiziare“. Come Bodin, Rémy si ritirò dalla professione con tutti gli onori e scrisse un libro sulle sue esperienze ed il suo maggiore rimpianto nella vita, fu di non aver eliminato un maggior numero di streghe bambine.
Di tutti i cacciatori di streghe, il più implacabile fu senz’altro Peter Binsfeld, vescovo di Treves, in Germania, alla fine del XVI secolo. Persecutore inesorabile di streghe, insisteva sul fatto che le torture blande non sortivano effetto e si dice che Binsfeld abbia mandato alla morte circa 6.500 tra uomini, donne e bambini. Il suo Trattato sulle Confessioni dei Malfattori e delle Streghe, fu considerato da molti contemporanei, come una delle più grandi opere giuridiche del tempo. Poche voci si levarono contro questa sanguinosa caccia alle streghe e quando lo studioso olandese Cornelius Loos, inorridito dall’enormità degli assassinii legalizzati di Binsfeld, tentò di protestare in nome dell’umanità, fu a sua volta condannato e venne costretto a ritrattare pubblicamente le proprie dichiarazioni. Il fatto che la maggior parte dei cacciatori di streghe credesse sinceramente alla rettitudine del proprio mandato, non rende la loro logica meno perversa, il loro pregiudizio meno smodato ed i loro metodi disumani meno raccapriccianti ai nostri occhi.
Pierre de Lancre, cacciatore ufficiale di Enrico IV per il regno di Navarra, era anche lui specializzato nell’individuare la presenza del satanismo e per ragioni che rimangono oscure, ma che sembrano aver avuto uno sfondo sessuale morboso, si convinse che 30.000 abitanti del distretto di Labourd, religiosi compresi, fossero tutti dediti alla stregoneria. A tale notizia, migliaia di persone fuggirono di casa ed altre emigrarono perfino nel Nuovo Mondo, pur di sfuggire all’inevitabile repressione e nel giro di 4 mesi, de Lancre mandò sul rogo circa 600 dei pochi rimasti e poi tornò trionfalmente a Parigi per esservi nominato consigliere di Stato dal riconoscente Re Enrico IV. Nella città di Bamberg, la caccia alle streghe diventò un’industria locale e nel 1627, fu costruita una prigione speciale, chiamata la Hexenhaus, per rinchiudere le presunte streghe.Le stampe di quel periodo la rappresentano come un edificio di pietra con una facciata decorata ed all’interno era dotata di due cappelle, una camera di tortura e celle per 40 streghe. Queste ultime venivano processate e giustiziate con una tale solerzia che nel giro di 4 anni vi passarono circa 400 accusate.
Fonte articolo e foto: Fabio Giovanni Rocco, https://misterieprofezie.blogspot.com/2019/07/stregoneria.html