Un tempo punto di ritrovo per i cittadini partenopei nel passato, Vicolo San Carminiello ai Mannesi è ormai ricordato da alcuni e conosciuto da pochi; ma la sua stradina, che si trovava percorrendo via Duomo in fase di discesa, oggi solo una parte, conduce a una gemma celata di profondo e suggestivo esoterismo, dato che ii tale vicoletto, sorgeva la chiesa di San Carminiello ai Mannesi.
Denominata “Carminiello” per le sue dimensioni alquanto minute, ma anche per la strettezza della stradina e l’inconfondibile atmosfera di raccoglimento che si respirava in essa; nella piccola strada che conduceva alla sua chiesa, in passato, erano presenti le botteghe dei falegnami detti “mannesi”, che le dettero tale soprannome, quando fu edificata intorno al 1500 mentre, tre secoli dopo, il Chiarini si occupò di testimoniare non solo i lavori di restauro, ma anche le sottrazioni indebite che finirono per comprometterne la bellezza. Nel 1943, in piena Seconda Guerra Mondiale, per via di uno dei numerosi e sanguinosi bombardamenti che attanagliarono l’intera città, la chiesetta fu quasi rasa al suolo, finendo per riportare alla luce un tesoro sconosciuto e custodito gelosamente per secoli; da alcune stratificazioni storiche emersero tutte le costruzioni sorte in precedenza, a partire dallo strato più antico, risalente all’epoca della Roma repubblicana, un periodo storico compreso nei primi secoli prima di Cristo.
Ad attorniare il mitreo, un luogo di culto dove gli antichi sceglievano di riunirsi allo scopo di venerare Mitra, una divinità di origine persiana che, nella tipica accezione partenopea, ebbe modo di riprendere ed amalgamare numerosi riferimenti da religioni differenti terme lussuose, bagni caldi e vasche fredde che oggi compare in un frammento di affresco; nelle rappresentazioni romane presenti si vede Mitra nell’atto di uccidere un Toro, distogliendo lo sguardo dalla sua vittima, e sprigionando la forza vivificante dell’universo, mentre il toro dovrebbe rappresentare un chiaro parallelismo con il Minotauro di Teseo, con uno scorpione, un cane, un corvo ed un serpente che spiccano nella rappresentazione insieme al Sole e alla Luna. Il culto Mitraico viene considerato, da molti studiosi come un precursore del Cristianesimo in quanto, secondo un’antica leggenda, Mitra sarebbe nato in una grotta in una data che dovrebbe corrispondere al 25 dicembre al contrario di Gesù Cristo, che non sarebbe venuto alla luce nel medesimo giorno in cui cade la celebrazione della sua nascita; nonostante il Cristianesimo sia riuscito a riformare Roma, attecchendo nella cultura imperiale, inizialmente corse il pericolo di soccombere alla spaventosa propensione dei cittadini al Mitraismo.
Foto di: Assunta Mango