I genitori di Michele Merlo, il giovane cantante quasi trentenne, morto all’improvviso il 4 giugno per emorragia cerebrale conseguente a un effettivo caso legato a una leucemia fulminante, stanno lottando disperatamente allo scopo di ottenere chiarezza sulla sua tragica e potenzialmente evitabile dipartita. Sotto accusa si trova, in questo momento, il pronto soccorso di Vergato, nel quale Michele si era recato il 2 giugno che, a quanto si dice, avrebbe involontariamente sottovalutato i sintomi che presentava, a causa di diverse criticità sotto il profilo organizzativo, secondo l’audit clinico fornito dalla Ausl.
Da una prima ricostruzione, il giovane Merlo, dopo il controllo della temperatura secondo le normative anti-Covid, ha atteso il suo turno, venendo poi visitato da un medico di continuità assistenziale che, riscontrando “semplicemente” un quadro patologico dell’apparato faringeo, si è limitato a prescrivergli solamente un semplice farmaco antibiotico. Il giorno successivo, il 3 giugno invece, gli veniva assegnato un codice rosso, subendo immediate manovre di stabilizzazione delle sue condizioni vitali, condotte correttamente nonostante il contesto relazionale influenzato dalla rapida drammaticità legata alle indagini multiple urgenti, che portavano al suo ricovero in rianimazione.
Dopo che i riscontri diagnostici e clinici avevano evidenziato una grave emorragia cerebrale spontanea, si è passati alla necessità di un intervento neurochirurgico urgente, eseguito alle 2.22 del 4 giugno e conclusosi alle 4.03, con il paziente nuovamente ricoverato in rianimazione. Purtroppo, il decorso post-operatorio si è, poco dopo, presentato alquanto critico con un fin troppo rapido peggioramento progressivo del quadro clinico fino a portare al decesso, sopravvenuto il 6 giugno alle ore 21.45.
Ora i genitori di Michele Merlo intendono chiedere alla magistratura di svolgere le necessarie e doverose indagini allo scopo di verificare se, realmente, vi sono stati dei possibili errori e/o omissioni antecedenti al ricovero che potrebbero aver determinato irreversibilmente la morte del figlio.
Fonte articolo: dilei.it