2 maggio 1519: all’età di 67 anni moriva colui che, secoli dopo, è stato definito uno dei più grandi geni dell’umanità e simbolo vivente del Rinascimento, Leonardo da Vinci.

Secondo le fonti storiche, ciò che rimane del suo corpo mortale sarebbe seppellito nella chiesa di Saint-Florentin, ma non esistono prove concrete che possano confermare ciò, al pari delle ipotesi riguardanti le presunte cause della sua morte.

La prima teoria su di essa riguarda la gotta, una malattia del metabolismo causata da persistenti attacchi di artrite infiammatoria acuta con dolore acuto, massiccio arrossamento e ampio gonfiore delle articolazioni; a provocarla il deposito di cristalli di acido urico.

La seconda sarebbe legata alla sua attività di pittore, ovvero all’avvelenamento da arsenico, che era contenuto nei pigmenti e negli inchiostri da lui usati nelle sue opere, ma gli effetti collaterali sarebbero stati notati da chi gli era vicino, i quali avrebbero subito agito allo scopo di curarlo, salvandogli la vita, se in fase iniziale.

L’ictus figura come terza possibile causa; tramite le informazioni recuperate dagli studiosi, è emerso che, con il trascorrere del tempo, Leonardo non riusciva più a muovere ed usare in maniera corretta la mano destra, che sembrava in uno stato di paralisi quasi perenne.

L’ultima causa da vagliare è un potenziale trauma del nervo ulnare, che gli provocò la paralisi della mano destra e un’infiammazione che potrebbe essersi estesa nel resto del corpo; a causarla la rigida alimentazione che seguiva in maniera regolare, e che, alla lunga, potrebbe aver debilitato il suo sistema immunitario, compromettendolo.

Per fugare ogni dubbio, sarebbe necessaria un’autopsia ma, senza il suo corpo per fare i dovuti accertamenti, il mistero sulla dipartita terrena di Leonardo da Vinci potrebbe rimanere per sempre senza una risposta esauriente.

 

Fonte articolo: ilsussidiario.net

Fonte foto: artoblog.it

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