In Himalaya, a circa cinquemila metri sul livello del mare, in fondo a un ripido pendio nella zona del Trisul – una delle montagne più alte dell’India – è situato, nello stato dell’Uttarakhand, il lago Roopkund, anche conosciuto dai nativi come “lago degli scheletri”.
A scoprire questo “luogo del mistero”, nel 1942, una guardia forestale britannica che lo individuò per puro caso, per via delle centinaia di scheletri umani che vi sono disseminati dentro l’acqua e intorno al bordo del lago.
Nascosto in una valle innevata, il luogo non presenta insediamenti nelle vicinanze, mentre le strutture ossee presenti, osservabili solo durante i mesi più caldi – quando avviene lo scioglimento dei ghiacci – con la carne ancora attaccata e ben conservata per via del clima che ne consente la conservazione.
Secondo alcune tradizioni locali, si tratterebbe di pellegrini che provocarono la collera di una dea che fece piovere su di loro la morte o di un gruppo di mercanti che furono sorpresi da una tempesta improvvisa, o le vittime di un’epidemia oppure un re indiano che, insieme alla moglie e al suo popolo, rimase ucciso durante una bufera di neve ottocento settanta anni fa.
Tramite l’analisi del DNA, però, sarebbe emerso che parte degli scheletri hanno tratti tipici degli odierni sud-asiatici mentre altri sono tipici del Mediterraneo orientale, e che farebbero parte di vari gruppi che si sono depositati nel luogo dopo un unico evento catastrofico.
Dunque, i resti ossei non risalirebbero tutti allo stesso periodo, ma ad individui morti nei pressi del lago a distanza di diversi secoli gli uni dagli altri, e non il prodotto di un unico e terrificante evento catastrofico, risultato di più gruppi differenziati che hanno condotto viaggi separati verso il Roopkund, trovando però la morte.
Al momento rimangono sconosciute le cause delle loro morti, dato che non sono state ritrovate le tracce di una possibile presenza di determinati agenti patogeni alla base di una potenziale malattia, ma si suppone si possa trattare di una popolazione geneticamente isolata di persone appartenenti a lontani antenati del Mediterraneo orientale, che vivevano nella regione da molte generazioni.
Fonte articolo: Nature / Harvard Gazzette / Harvard University
Fonte foto: amarujala.com