Nell’ospedale thailandese Chao Phya Abhaibhubejhr, da alcuni mesi, i cuochi che si occupano di preparare il vitto per i pazienti stanno sperimentando l’utilizzo della cannabis, sia per condire le pietanze, sia impastando le foglie di marijuana per poi friggerle rendendole dorate.

Lo scopo di tale sperimentazione è quella di usare quantità ridotte di THC per poter migliorare l’umore, l’appetito e il sonno dei pazienti, e per permettere loro una degenza più confortevole e salutare.

Con la rimozione dalla lista dei narcotici e la sua legalizzazione per utilizzo medico nel 2019, il paese ha potuto sviluppare, in maniera libera, l’estrazione, la distillazione e la commercializzazione di olio di cannabis, usando foglie, gambi e radici della marijuana.

Negli anni prima che fosse bandita, la cannabis veniva regolarmente utilizzata tra gli ingredienti tipici della cucina del Paese, ed apparteneva al suo retaggio culturale, oltre che culinario, in modi che sono rimasti nel ricordo.

Le pietanze a base di cannabis, però, non sono per tutti; ad esserne esclusi, per motivi sia medici che sanitari, almeno per il momento, sono le donne incinte, persone con determinati problemi di salute e giovani sotto i venticinque anni.

 

Fonte articolo: Thomson Reuters

Fonte foto: bearbush.it

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