Angela Iacobellis nacque a Roma il 16 ottobre 1948 e solo dopo 5 anni, insieme alla sua famiglia, si trasferì a Napoli. La vita di questa ragazza è stata subito messa a dura prova, in quanto manifestò sin da piccola, un flemmone alla clavicola destra che le causava tanto dolore e sofferenza. Tutta la sua famiglia è sempre stata molto legata alla fede, sviluppando una particolare devozione per la Vergine Maria e per Gesù.

Fonte foto: leggendedinapoli.altervista.org

Amava leggere il vangelo e recitare il rosario e nonostante ciò, come tutti i bambini della sua età, le piacevano attività creative come il disegno e l’interazione con i suoi coetanei. Aveva dei Santi prediletti: San Francesco e Santa Chiara di Assisi, che con le loro basiliche hanno arricchito le visite estive di Angela, diventando per lei, luoghi magici da visitare. Durante il soggiorno ad Assisi, la piccola adorava frequentare il Convento delle Clarisse, dove aiutava con tanta amorevolezza le suore nel far guida ai visitatori all’interno della basilica.

All’età di 11 anni però, la vita di Angela subì una forte scossa: le diagnosticarono la leucemia.  Inizialmente i suoi cari decisero di tenerle nascosta la malattia, descrivendo il suo malessere senza attribuirgli troppe specificazioni, nonostante i medici fossero sin da subito chiari in merito alla sua sorte: solo un miracolo avrebbe potuto salvarla. Da quel giorno, la vita di Angela diventò un susseguirsi di lunghi pellegrinaggi insieme ai suoi cari e solo durante quello a Lourdes, la piccola venne a conoscenza della triste e amara verità. Negli anni successivi, i genitori portarono la figlia a San Giovanni Rotondo da Padre Pio.  Dopo questo incontro, tra i due nacque un affetto molto forte, segnato da continue lettere che con determinazione si scrivevano tenendosi compagnia.

 

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Era il 27 marzo del 1961 quando, un’occlusione intestinale fermò per sempre il cuore di Angela, ed in seguito alla sua morte, Padre Pio rivelò ai genitori che la ragazza sarebbe divenuta serva di Dio.

Tra le testimonianze delle persone che conoscevano bene la piccola, c’è il racconto durante la transazione del corpo, dove alcuni dicono di averlo visto intatto e tumulato, mentre altri dicono di averla vista senza la sua treccia, ma che quando è stata traslata aveva invece i capelli intrecciati come sempre. La tomba si trova al Vomero, nel quartiere dove la fanciulla è cresciuta, nella Chiesa di San Giovanni Battisti dei Fiorentini. Continui sono i pellegrinaggi ed i fedeli che dicono di ricevere da Angela miracoli e grazie.

Tra le testimonianze quella di un’anziana signora:

La vidi accanto al letto, mi pose la mano sul seno, sorrise e sparì. Allora mi accolsi di avere un nodulo e il medico mi disse che fu spinto dall’intervento di una forza misteriosa e che solo operandomi, si accorse di un tumore non diagnosticato. Disse che mi restava solo un mese di vita, ma gli dissi di non preoccuparsi perché c’era Angela a proteggermi prendendosi cura di me. Sono trascorsi venticinque anni e sono ancora viva!”

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Nella chiesa di San Giovanni dei Fiorentini si celebra una messa dedicata alla fanciulla ogni 27 del mese alle ore18.00, che riunisce tanti fedeli provenienti da tutta l’Italia, arrivati per ringraziare calorosamente “l’angelo del Vomero!”

 

E’ possibile consultare un sito a lei dedicato con varie testimonianze di grazie ricevute:

http://www.angelaiacobellis.it/index.htm

FONTEleggendedinapoli.altervista.org
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Dott.ssa Marianna Amendola, laureata in Scienze della comunicazione presso l’universita Suororsola Benincasa. Iscritta attualmente al corso magistrale di comunicazione pubblica politica e sociale presso l’università Federico secondo. Insegnante e tecnico societario iscritta all'albo degli istruttori di ginnastica ritmica presso la FGI.