A partire dal mese di gennaio del nuovo anno, qui in Italia, dovrebbe partire la distribuzione dei vaccini – mentre, in altre parti del mondo, è già stato utilizzato, come in Gran Bretagna e in America, per aiutare i soggetti maggiormente a rischio – nella speranza di portare sollievo e aiuto a chi soffre.
Il problema è che se anche funzionasse, non sarebbe affatto possibile tornare alla “normalità” che esisteva prima della comparsa del Covid, così da permettere la realizzazione di un “liberi tutti “; in realtà la “luce alla fine del tunnel” non è ancora vicina e, anzi, ce ne vorrà ancora prima di intravederne un minimo spiraglio.
Dal punto di vista sociale ed economico, i sacrifici fatti fino ad ora sono stati alquanto utili ma, per arrivare a una sicura immunità al virus, servirà ancora molta fatica e altri terribili restrizioni, prima di riuscire ad abbassare la guardia e smettere di indossare le mascherine protettive.
Forse, a partire dalla primavera del 2021, si potrà iniziare a fare qualche progetto per il resto dell’anno, ma riunirsi in luoghi chiusi ed affollati potrebbe non essere fattibile per chissà quanto altro tempo, al pari degli eventi di gruppo.
La soluzione migliore sarebbe raggiungere rapidamente quella che viene indicata come “immunità di gregge”, ma già l’uso del vaccino pone il quesito sul fatto di riuscire a fermare il virus, ed impedire che i guariti diventino “portatori sani” di esso, anche se impedirà alle persone di potersi ammalare in maniera grave.
Il proseguo nell’uso della mascherina e del distanziamento dovrà rimanere, anche perché il trattamento di protezione impiega dai dieci ai dodici giorni – con un’efficacia del 52% con la prima dose, che diviene del 95% con la seconda dose somministrabile tra le tre e le quattro settimane dopo – rendendo improbabile una ripartenza “normale” da subito.
Ci si potrà riunire ed incontrare solo molto più in avanti, una volta scoperto se il vaccino funziona a dovere, ma in ogni caso si dovrà assolutamente evitare di consumare cibi e vivande al chiuso per scongiurare alti rischi di contagio.