Ieri è ufficialmente iniziato il periodo natalizio ed uno dei suoi protagonisti immancabili è l’agrifoglio.
Chi di noi appassionati, durante questo magico periodo, non ne fa uso per realizzare decorazioni natalizie come ghirlande o centrotavola?
L’agrifoglio è un arbusto sempreverde che può raggiungere e superare i 10 m di altezza con foglie lucide di forma coriacea ed ellittica dalle venature biancastro-giallastro. La caratteristica principale delle foglie dell’agrifoglio sta nel fatto che, complice la loro forma, siano appuntite lungo i bordi. Tali aculei sono presenti soprattutto nelle parti basse della pianta, probabilmente per difendersi dagli animali che provengono dalla base.
L’agrifoglio produce come frutto delle bacche di color rosso intenso, che sbocciano nel periodo autunnale da fiori di colore bianco-rosastro che, a loro volta, fioriscono in primavera. Le bacche si formano in gruppi, pertanto è molto difficile non notarle, anche per via del loro colore acceso. La loro bellezza però non deve trarre in inganno, poiché non sono commestibili. Se ingerite, anche in modiche quantità, possono essere molto pericolose per l’uomo.
L’uso dell’agrifoglio ha origine in Irlanda, impiegato nelle arti magiche, scacciava le energie negative e, in medicina, le sue bacche venivano utilizzate come purgante e lassativo, mentre le foglie venivano utilizzate in modo vario contro dolori reumatici, febbri, tossi, bronchiti.
I Druidi usavano questa pianta per decorare la casa durante l’inverno come luogo di rifugio dal freddo per le piccole fate che abitavano la foresta e, poiché è una pianta sempreverde, essi credevano che mantenesse viva la bellezza della natura.
Ritenevano che l’agrifoglio fosse una pianta sacra e proteggesse dal male e garantisse fecondità e continuità della vita.
Il legno veniva usato per costruire le lance e gli scudi dei guerrieri per le sue funzioni di attacco alle forze ostili e, al contempo, difesa da esse.
Queste particolarità hanno fatto di questo splendido albero un simbolo del Solstizio d’Inverno ed in quanto tale è legato alla parte calante dell’anno, quella che dal momento di maggior splendore del Sole porta al momento più buio e freddo. Esso rappresenta il Vecchio dell’anno passato, il Re Agrifoglio, dalla lunga barba bianca e dal sorriso radioso che porta i suoi regali a chi ha conservato in sé uno spirito bambino, che non è altri che il dolce e caro Babbo Natale, che proprio per non dimenticare le sue antichissime origini, ancora oggi porta tradizionalmente un rametto di agrifoglio sul cappello.
Quando il Cristianesimo raggiunse l’Irlanda, i cristiani continuarono a decorare le case con corone di agrifoglio sulle porte e rametti alle finestre ed è diventata una tradizione cristiana, con le bacche rosse a simboleggiare il sangue di Cristo, con le foglie spinose a ricordare la corona di spine indossata da Gesù durante la Passione e i boccioli bianchi da collegare alla purezza della Vergine Maria.
In Italia la tradizione di usare l’agrifoglio a scopo augurale è arrivata grazie ai Romani che, conquistata la Bretagna, scoprirono che i sacerdoti celti usavano la pianta per proteggere le persone dai disagi dell’inverno e per ammansire gli animali. I Romani iniziarono a donarne i rami agli sposi novelli, come augurio e, durante i Saturnali, erano soliti fare delle ghirlande di agrifoglio per decorare le statue di Saturno.
Oggi, l’agrifoglio è un’icona che, nel periodo di festa, riesce a creare in casa un’atmosfera festosa come poche altre al mondo.