La Soprintendenza Speciale di Roma, in questi ultimi giorni, ha riportato alla luce – nell’ambito di uno scavo avviato l’anno scorso nel bel mezzo di un’articolata stratificazione di edifici e costruzioni – una monumentale vasca in tufo tra via Ostiense e via di Malafede, a Roma.
Dell’ampiezza di oltre 40 metri, databile pressappoco intorno al IV secolo avanti Cristo, il suo ritrovamento si va a sommare all’immenso patrimonio di Roma, confermando come la città abbia ancora tanto da regalare anche al di fuori dei suoi regolari confini.
Il territorio della scoperta – noto anche come il fosso di Malafede – è stato abitato fin dall’età della preistoria, subendo numerose trasformazioni nel corso del tempo, come viene testimoniato dai preziosi reperti recuperati durante le indagini archeologiche.
“Una scoperta che rinnova lo stupore nei confronti di Roma e delle infinite storie che ha ancora da raccontare. Un altro successo dell’archeologia preventiva, essenziale per non disperdere il nostro passato, e per tutelare e valorizzare territori che, altrimenti, resterebbero inesplorati”. Commentano così i responsabili per le indagini archeologiche della Soprintendenza, che intendono portare avanti un apposito progetto di valorizzazione dei siti dei più importanti ritrovamenti, allo scopo di raccontare non solo le diverse epoche, ma anche i vari insediamenti che hanno caratterizzato la zona.