Sulla rivista medica Nature Precision Oncology, da poco tempo, è stata resa nota una ricerca dell’Harry Perkins Institute of Medical Research, dalla quale emerge che il veleno delle api da miele, unito con la giusta dose di farmaci chemioterapici esistenti, può ridurre la crescita di un tumore mammario.
A permettere tutto ciò, la melittina, uno dei componenti principali del veleno, che riesce a provocare la morte cellulare – in particolare nei sottotipi di cancro al seno aggressivo triplo negativo – che da soli rappresentano circa il 10-15% di tutti i tumori al seno e per il quale, fino ad oggi, non esiste alcuna terapia mirata che si possa definire clinicamente efficace.
Inizialmente, l’effetto del veleno è stato testato su vari sottotipi clinici di cancro al seno – tra cui il carcinoma mammario triplo negativo, con opzioni di trattamento limitate – dando come risultato non solo l’annientamento del cancro triplo negativo al 100%, ma anche le cellule di cancro al seno con iperespressione della proteina HER2.
Ora l’uso della melittina andrà modulato allo scopo di sopprimere l’attivazione del recettore del fattore di crescita epidermico, per poter ridurre significativamente, selettivamente e rapidamente la vitalità del cancro, i cui messaggi chimici nelle cellule tumorali si sono dimostrati essenziali per la crescita e la divisione delle cellule tumorali.
Al momento sono e saranno necessari numerosi studi per poter valutare formalmente un possibile metodo ottimale per somministrazione della melittina, nonché le tossicità e le dosi massime tollerate dal corpo umano, prima di un suo uso estensivo contro i vari tipi di cancro al seno.