Da oltre vent’anni la Stazione Spaziale Internazionale orbita intorno al nostro pianeta e, frutto della collaborazione di quasi tutte le compagnie spaziali del mondo, ospita continuativamente piccoli gruppi di astronauti dei vari paesi che la finanziano.
Ma da qualche mese pare che nel suo scafo si sia aperta una falla.
Non che la situazione sia così insolita, già nel 2018 si era verificato un problema simile, anche se il tutto si era risolto in breve tempo.
Il fatto è che stavolta non si capisce da dove fuoriesca la preziosa atmosfera artificiale che tiene in vita gli astronauti.
Per risolvere l’inconveniente, i membri della Expedition 63 (i russi Ivan Vagner e Anatoly Ivanishinlo e lo statunitense Chris Cassidy), hanno trascorso il fine settimana nella parte russa della stazione; completamente isolata da quella americana, in cui si ritiene si trovi il foro.
Nonostante sia stata lanciata oltre vent’anni fa, questa parte è attualmente la più sicura per gli esploratori dello Spazio in orbita intorno al nostro pianeta.
Non è un segreto che la Stazione Spaziale Internazionale sia spesso soggetta a fuoriuscite di aria, che viene però rifornita da un sistema automatico di compensazione.
Ovviamente questo sistema cessa di essere sostenibile se la perdita si fa troppo grave (come nel caso di una foratura).
Un’altra cosa, però, ha spinto per un’accelerazione nelle operazioni: presto la Stazione sarà visitata da ben quattro astronauti, un sovraffollamento potenzialmente pericoloso se dovesse esserci penuria di ossigeno.
E diciamocelo, lasciare il problema ai nuovi venuti non sarebbe nemmeno molto simpatico.
Nel momento in cui scrivo la NASA ha annunciato (attraverso il suo sito ufficiale) che l’isolamento degli astronauti durerà un giorno in più.
Sembra che nel weekend gli esperti a terra non siano riusciti a scovare la falla.
Agli astronauti russi e all’americano non resta che mettere da parte l’antico astio da Guerra Fredda e dedicarsi ad osservare la Terra dalle grandi vetrate del modulo Zvezda.
E chissà che a qualcuno non passi per la mente la famosa frase del primo astronauta, che, vedendo il nostro pianeta dallo Spazio affermò: “Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini”.