L’organizzazione Opération Mer Propre, che di recente ha operato un gran numero di operazioni di pulizia ad Antibes e nella baia del Golfe-Juan, ha denunciato l’immane presenza di mascherine sulle coste e i fondali della Costa Azzurra.
Tale notizia non fa che confermare le analisi dell’Ispra, che ha evidenziato come il fabbisogno giornaliero di mascherine, nella cosiddetta Fase 2, rischia di aggirarsi intorno ai 35/40 milioni di pezzi, portando la produzione di rifiuti tra le 250 e le 720 tonnellate.
Dalle loro ultime analisi, il pericolo è quello di una produzione giornaliera di circa 410 tonnellate; finora la produzione calcolata entro la fine dell’anno, dovrebbe attestarsi tra le 60.000 e le 175.000 tonnellate di rifiuti, con un valore in media di 100.000 tonnellate.
Per via del Covid-19, in pratica, i dispositivi di protezione individuale, che vengono utilizzati contro il coronavirus, stanno invadendo il fondo marino insieme a materie plastiche e lattine, portando il problema della contaminazione delle acque a un peggioramento.
Al fine di non trovarci un problema supplementare, è necessario avere molto buon senso, e differenziare in maniera maggiore ora che è possibile e determinante farlo.