Il Servizio di monitoraggio atmosferico della rete europea Copernicus, in queste ore, ha rilevato un evento senza precedenti per dimensioni e durata al Polo Nord, dove si sta assistendo alla progressiva chiusura del buco dell’ozono presente nell’artico.
È dalla fine di marzo che gli scienziati rimangono con il fiato sospeso da tale vicenda, che porta a dedurre che il buco non dovrebbe più aprirsi in questa stagione, nonostante il rafforzamento del vortice polare, che è previsto nei prossimi giorni.
A permettere la chiusura del buco nello strato di ozono è stata “l’ondata di calore” che ha investito l’Artico nel corso della settimana, con temperature superiori ai 20° C; tale scoperta è avvenuta grazie a una ricerca condotta dal Centro aerospaziale tedesco di Oberpfaffenhofen.
Il buco, tre volte più grande della Groenlandia, sembra essersi originato da una forte riduzione delle concentrazioni di ozono sull’Artico che, combinate alle temperature di congelamento nella stratosfera, ne hanno fatto precipitare i livelli, con l’apertura di un “foro” nello strato di ozono.