Uno sbiancamento senza precedenti, in questo periodo appare nelle acque australiane, o meglio, si vede alla Grande Barriera Corallina Australiana, dopo le temperature dell’acqua record di febbraio.
Grazie ad una ricognizione aerea, condotta dall’università James Cook di Townsville, il calore ha causato il III° sbiancamento di massa in appena cinque anni colpendo un 1/4 della sua intera estensione, ovvero 2300 km, di oltre 1000 barriere individuali; grazie alla ricognizione aerea sappiamo che nell’arco di 9 giorni verso metà marzo
Il fenomeno avviene quando a causa delle elevate temperature i coralli sotto stress espellono minuscole alghe fotosintetiche, privandoli dei colori. Non accadeva uno sbiancamento di massa dal 1998 e questa è la prima volta che avviene di questa portata, infatti, la barriera ha subito gravi sbiancamenti altre 4 volte, negli anni 2002, 2016, 2017 ma non di certo come ora, anche se tutti causati dall’aumento delle temperature marine legato al riscaldamento globale.
I coralli possono riprendersi da uno sbiancamento lieve, ma gli scienziati avvertono che se non si migliorano le qualità delle acque, il controllo delle stelle marine ‘corona di spine’, provviste di spine velenifere e responsabili di invasioni molto distruttive ai danni coralli, oltre a ricerca e sviluppo per rafforzare la tolleranza dei coralli al caldo, si andrà alla loro distruzione e allo sconvolgimento dell’ambiente marino.