In quanti sanno che la più antica università del mondo è stata fondata da una donna?
Siamo in Marocco, nella bellissima città imperiale di Fès, nel fondo di una fertile vallata e qui sorge al-Qarawiyyin, che in arabo significa “degli abitanti di Qayrawan”. Fondata nell’859 da Fatima Al-Fihriya, è uno dei principali centri spirituali ed educativi del mondo musulmano ed è la “più antica istituzione educativa esistente al mondo” secondo il Guinness World Records.
Alcuni storici e una serie di fonti, tra cui l’UNESCO, la considerano la più antica università del mondo, seguita in ordine cronologico dall’Università di al-Azhar del Cairo, in Egitto (fondata nel 975), e dall’Università di Bologna (1088).
Fatima Al-Fihriya, conosciuta anche come oum al-banine (“la madre di tutti i figli”) nacque intorno all’anno 800 d.c. ad al-Qayrawan, nell’odierna Tunisia. Figlia di un ricco mercante di origini arabe migrò con la famiglia da al-Qayrawan a Fès all’inizio del secolo IX. Essendo di famiglia benestante studiò il Fiqh, la giurisprudenza islamica e gli Hadith, i documenti e gli scritti del profeta Maometto. Alla morte del padre, lei e la sorella Maryam, ereditarono un’ingente patrimonio e decisero d’investirlo per migliorare la città, la cultura e la vita delle persone.
Fatima volle destinare il suo intero patrimonio alla costruzione di una moschea con annessa madrassa (scuola) per la propria comunità di “Qayrawanesi” (al-Qarawiyyūn).
Iniziò i lavori nel mese di giugno nel periodo del Ramadan del 245 Al Hijri (859 d.C.), che terminarono 18 anni dopo.
Oltre che come luogo di culto, la moschea divenne presto sede di istruzione religiosa e di discussione politica, estendendo gradualmente l’istruzione in un gran numero di materie, particolarmente le scienze naturali e la filosofia. Nel 1957, re Mohammed V introdusse matematica, fisica, chimica e lingue straniere.
Fatima morì nell’880 d.C. a ottant’anni, dopo i primi ventiquattro anni di lavoro della sua università e biblioteca. Infatti fece costruire anche la biblioteca Al-Fihri, la più antica biblioteca del mondo, che oggi conta più di 4000 volumi tra cui alcuni documenti risalenti al XII secolo a.C. e conservati in alcune teche e aree speciali data la loro fragilità.
Le varie dinastie succedutesi ingrandirono la moschea-università al-Qarawiyyin finché divenne la più grande del Nordafrica, con una capienza di più di 20.000 fedeli facendole guadagnare l’appellativo di “Atene dell’Islam“.
L’aspetto attuale della moschea è il risultato di una lunga evoluzione avvenuta nell’arco di più di 1000 anni. Originariamente la moschea era lunga circa 30 metri con un cortile e quattro navate oblique ma la ricostruzione più ampia ebbe luogo nel 1135 sotto il patronato del potente sultano Almoravide Ali ibn Yusuf che portò le navate a 21 per un totale di più di 3.000 m². Un grande cambiamento no?
Questa storia straordinaria è un tipico esempio che permette di far luce sul ruolo e il contributo delle donne, ampiamente sottostimato, nella civiltà islamica.
Da sempre si dice che la donna è l’anima della casa, in questo caso come ha detto l’architetto Aziza Chaouni è stata ed è “the soul of the the city”, l’anima della città.