In questa fase, in piena emergenza da coronavirus, la autorità sanitarie stanno giustamente indirizzando l’attenzione della cittadinanza sulle problematiche di prevenzione, diagnosi e trattamento terapeutico dell’infezione da COVID-19. I mass media dedicano almeno il 90% dei loro spazi di informazione alle vicende legate al famigerato virus.
Ma c’è un’altra calamità che affligge il mondo e il nostro tempo che sembra passata in second’ordine, quella dei cambiamenti climatici.
Quando, speriamo presto, sarà passata l’attuale emergenza, quest’altra ritornerà prepotentemente alla ribalta con tutte le problematiche legate all’effetto serra e conseguente surriscaldamento del pianeta, ai cambiamenti climatici, all’inquinamento atmosferico e ai loro effetti sull’ecosistema e sulla salute dell’uomo.
Qualche anno fa gli esperti pneumologi facenti capo all’AIPO (Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri ) hanno lanciato un allarme in occasione di un convegno su “Inquinamento atmosferico, cambiamenti climatici e impatto sulle patologie respiratorie”. Sessione di lavoro moderata dal prof. Gennaro D’Amato, già direttore della divisione di Pneumologia dell’ Azienda Ospedaliera “Cardarelli” di Napoli, nonché responsabile del gruppo di lavoro GARD “Ambiente, clima e salute respiratoria” del Ministero della Salute e chairman del gruppo di studio AIPO “BPCO, Asma e Malattie Allergiche”.
Dalla sessione di lavoro è emerso che se ancora qualcuno nega i cambiamenti climatici, col tempo dovrà giocoforza ricredersi. I cambiamenti climatici sono visibili a tutti: le temperature aumentano, l’umidità aumenta, la frequenza delle precipitazioni e gli eventi atmosferici estremi sono sempre più frequenti. All’origine di tutto vi sono le attività antropogeniche. E’ il comportamento dell’uomo a determinare questa situazione. I cambiamenti climatici hanno ripercussioni sulle malattie infettive, su quelle cardiovascolari, sulle nascite premature, sui problemi della pelle, la malnutrizione, le malattie psichiatriche, allergiche e respiratorie. Il cambiamento climatico agisce generando un aumento in termini di morbidità e di mortalità. Si possono distinguere fattori diretti quali temperatura, umidità e precipitazioni e fattori indiretti quali allergeni e inquinanti. L’inquinamento dell’aria ha effetti acuti negli asmatici e provoca bronchite cronica, broncopneumopatia cronica ostruttiva (bpco) e tumore al polmone.
Gennaro D’Amato ha concluso asserendo che l’ inquinamento atmosferico, le variazioni climatiche con l’ incremento della patologie respiratorie, soprattutto asma ed allergopatie respiratorie, hanno un effetto pro infiammatorio sulle vie aeree favorendo la penetrazione nei bronchi e nei polmoni di aero allergeni che stimolano l’insorgenza di affanno e di tosse.
Per fortuna attualmente sono disponibili numerosi farmaci inalatori utili
a curare queste patologie.