La Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, insieme al Comune di Rovigo, all’Accademia dei Concordi, al Parco Regionale del Delta del Po Veneto e al Comune di Ariano nel Polesine, si prepara a dar vita a una rassegna dedicata al sommo Dante Alighieri, dal titolo “La Quercia di Dante”.
La decisione di intitolare la kermesse in tale maniera è dovuta ad un episodio della vita del poeta che, in seguito, ne avrebbe tratto spunto per la terzina dedicata alla “selva oscura“, con cui si apre la Divina Commedia.
Nel 1321, di ritorno da una importante ambasceria a Venezia, per conto di Novello da Polenta, a quel tempo Signore di Ravenna, Dante si perse nelle campagne di Rovigo, smarrendosi nel groviglio dei corsi d’ acqua e della vegetazione del Delta del Po, nei pressi di San Basilio.
Riuscì a salvarsi, dopo molte peripezie, solo grazie a una quercia enorme che dominava l’argine di Goro, sulla quale ebbe la buona idea di salire per orientarsi e ritrovare la strada; in seguito, quel gigante verde, sarebbe stato noto come la grande Rovra di San Basilio, citato in un atto notarile del 1548.
Oggi tale, immenso albero, alto più di 26 metri, non esiste più: nel 1976 è stato gravemente danneggiato da un fulmine, riducendosi a un tronco che, nella notte tra il 24 e il 25 giugno 2013, è caduto al suolo, segnando un duro colpo per il Polesine, di cui era diventato uno dei simboli più amati.
Della defunta quercia, nelle sale di Palazzo Roncale, potrà essere ammirata una sorta di ‘sindone’ laica, creata dall’artista Miranda Greggio che l’ha ricavata stendendo un telo sul tronco abbattuto, rendendole omaggio.
A rappresentare il piatto forte della mostra, le cosiddette “Visioni dell’Inferno“, rievocazioni della prima Cantica affidate all’estro di tre artisti internazionali, uno per ognuno degli ultimi tre secoli, con il francese Gustave Doré, di cui viene mostrato l’intero corpus di 75 tavole realizzato nell’Ottocento.
Per il Novecento, invece, le immagini di “Dante’s Inferno (1958-60)” ad opera dello statunitense Robert Rauschenberg mentre, per l’inferno contemporaneo gli acquerelli della tedesca Brigitte Brand, ideati per questo specifico appuntamento.
Una chicca sull’opera immortale di Dante è il fumetto “L’Inferno di Topolino” realizzato nel 1949, su testi di Guido Martina basati sulle terzine dantesche, e disegni di Angelo Bioletto.