In questi giorni, nella città di Roma, all’interno della Cappella Sistina, sarà possibile ammirare, per un breve lasso di tempo, i dieci preziosi Arazzi realizzati dal grande artista Raffaello Sanzio, che li dipinse nel 1515 per Papa Leone X.

L’esposizione degli arazzi degli Atti degli Apostoli – che normalmente vengono conservati e protetti nelle Collezioni Vaticane e, periodicamente esposti nel Salone di Raffaello della Pinacoteca Vaticana – fa ritorno nella sede voluta da Papa Leone X, quando li commissionò.

Lunghi cinque metri e alti quattro, tali capolavori furono realizzati nella città di Bruxelles dalla bottega del tessitore Pieter van Aelst – che ebbe il compito di tesserne i primi sette, lasciando la parte artistica al maestro urbinate – su commissione del Papa per la Cappella Magna con le storie di Pietro e Paolo.

Fu nella notte di Santo Stefano del 1519, che avvenne la loro prima ostensione nella Cappella Magna di Palazzo dove i Papi Sisto IV (1471-1484) e Giulio II (1503-1513), in precedenza, era stata eretta la celebre volta di Michelangelo, a cui si aggiunse il ciclo pittorico delle pareti.

In origine, l’incarico affidato al pittore da Leone X era quello di realizzare i cartoni preparatori per la creazione degli arazzi, che poi sarebbero andati a rivestire la zona inferiore delle pareti affrescate a finti tendaggi, con le vite di san Pietro e san Paolo raffigurati in essi.

Lo sviluppo di questo grande ciclo monumentale fu concepito tra il 1515 e il 1516, con i cartoni preparatori inviati a Bruxelles per la realizzazione presso Pieter van Aelst, che riuscì a completarli tutti e dieci, tra il 1519 e il 1521, per poi inviarli in Vaticano.

Purtroppo, Raffaello non poté riuscire ad ammirare i suoi dieci capolavori, in quanto morì prima che fossero riportati nella città eterna, all’interno dei Musei Vaticani, dove ora la sua arte rimane come testimonianza del suo genio artistico.

FONTEAnsa.it
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