La capacità di accogliere, il culto dell’ospitalità, la cordialità, la generosità nel trattare con riguardo le persone, siano essi amici o viaggiatori sono le caratteristiche principali del popolo marocchino.
Cannella, zenzero, curcuma, cumino, pepe nero, coriandolo, semi di sesamo e zafferano sono le spezie comunemente utilizzate nella cucina tradizionale del Paese.
Il cous-cous, la Rafisa, l’Harira , il Tajine sono i piatti tradizionali.
Il termine Tajine a seconda se utilizzato al femminile o al maschile, modifica il suo significato; nel primo caso si riferisce a un particolare tegame di terracotta con il coperchio a cupola, nel secondo a varie ricette da preparare in quel particolare tipo di pentola.
La Tajine inizialmente veniva adagiata sulle braci e la cottura dei cibi avveniva molto lentamente.
Utilizzandola si uniscono la cottura a vapore e la stufatura. Il coperchio alto a cupola crea uno spazio in cui in cottura si raccoglie il vapore prodotto dall’acqua degli alimenti; le verdure sono la base di ogni ricetta marocchina.
La cottura quindi non fa disperdere i succhi degli alimenti.
È interessante il primo utilizzo della Tajine
É necessario immergerla per 12 ore in acqua, asciugarla e sfregare l’interno della base e il coperchio con olio di oliva, mettere le verdure, la cipolla a fette, rosmarino e timo, versare due bicchieri di acqua coprire e cuocere a fuoco basso per due ore.
Ora la Tajine è pronta per essere usata.
Il Tajine più noto è la Mrouzia, agnello con prugne, mandorle e verdure .
I pasti sono consumati in Marocco dai commensali seduti su piccole panche sistemate attorno alla Tajine posta su una panca più alta. Le mani e il pane sostituiscono le nostre posate.

Articolo precedenteMezzi pubblici, lunedì 3 febbraio 2020, si fermano per 24 ore.
Articolo successivoAcqua sulla luna: una trivella italiana per trovarla!