Da tempo i quotidiani, i mass media, i talk show, i giornalisti in generale, i nostri politici fanno convegni, dibattiti, dichiarazioni, esprimono il loro pensiero sulla “Norma Salva-Stati”, cioè il M.E.S.

Recentemente due ex Ministri delle Finanze hanno rincarato la dose dando un giudizio su questa Istituzione Europea. Ancora oggi continua imperterrito un vero e proprio scontro nella maggioranza parlamentare per le opportune modifiche al “Fondo Salva-Stati”, per una parte dell’attuale maggioranza il M.E.S. va cambiato e per l’altra non va modificato. Però gli italiani sono molto confusi, parto allora dalla descrizione di questo importante Istituto Europeo. Cosa è in realtà il M.E.S.?

È un meccanismo Europeo di stabilità (nel gergo, Fondo Salva-Stati), una vera e propria organizzazione internazionale a carattere regionale, concepita in realtà come Fondo Finanziario Europeo per uno specifico fine: la stabilità finanziaria dell’euro, zona Euro introdotta da modifiche all’oramai noto Trattato di Lisbona. È stato istituito nel 2012 ed ha una sua sede in Lussemburgo. In effetti viene controllato da tutti i Ministri finanziari dell’area euro e presieduto attualmente dal Presidente dell’Eurogruppo. Viene anche gestito da vari membri designati dai ministri finanziari, da un Direttore Generale per gli affari correnti del M.E.S. presente alle riunioni sia dei Ministri citati, che dei membri da loro designati. Alle riunioni sono presenti, come osservatori, sia il Commissario Europeo agli affari economici che il Presidente della BCE.

L’obiettivo del M.E.S. è dare naturalmente assistenza finanziaria a quei Paesi della “zona euro” che hanno o che rischiano di avere dei problemi di finanziamento. Ma l’assistenza predetta viene concessa dove sia veramente indispensabile per difendere la stabilità finanziaria dell’area euro e dei membri del M.E.S.

Ma in cosa consistono gli strumenti a disposizione del M.E.S.? consistono essenzialmente nella concessione di prestiti a quei Paesi in difficoltà per agevolare un equilibrio macroeconomico e nella concessione di prestiti per agevolare la ricapitalizzazione delle banche. Esistono però anche altri strumenti, come gli acquisti di titoli sul mercato.

Il M.E.S. viene finanziato dai singoli Stati Europei membri con una ripartizione percentuale che dipende dalla loro importanza a livello economico. L’ammontare massimo autorizzato è pari a 700 miliardi di euro.

I prestiti non vengono dati automaticamente, ma solo dietro presentazione, da parte dello Stato Estero, di una lettera di intenti o di un vero protocollo di intesa, gestito dal Paese in difficoltà economica e dalla Commissione Europea. A fronte di questi interventi di sostegno all’economia del paese in difficoltà vengono richieste a quest’ultimo misure di contenimento della Spesa Pubblica, le Privatizzazioni di certi Enti, il rafforzamento della vigilanza bancaria, ecc.

Come già accennato i Paesi interessati devono rispettare alcuni criteri, come il rapporto debito/PIL che deve sempre essere compreso entro il 60%, ecc. Questa è la prima linea di credito. Alla seconda linea di credito accedono quei Paesi con un rapporto debito/PIL che supera il 60%. Per questa seconda Linea di Credito il Paese interessato sarà obbligato a introdurre delle misure correttive solo per poter rientrare nei parametri eventualmente non rispettati. Una cosa è certa: ogni modifica di un Trattato deve essere obbligatoriamente approvata definitivamente dai vari Parlamenti Nazionali.

Quest’ultimo aspetto attualmente rappresenta il “Pomo di discordia” della maggioranza Parlamentare nostrana e dell’opposizione.

Vedremo come andrà a finire!

 

 

FONTETrattato di Lisbona
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