Il prossimo 3 dicembre saranno 40 anni dalla morte di Alighiero Noschese – imitatore, showman, comico e attore italiano, considerato il più fecondo e popolare imitatore della storia della televisione italiana – avvenuta nella cappella del giardino della clinica romana Villa Stuart, dove era ricoverato per una grave forma di depressione, che lo spinse al suicidio con un colpo di pistola alla tempia.

Dagli anni cinquanta ai sessanta, dopo aver debuttato in commedie e fantasie radiofoniche, con la Compagnia di Prosa di Roma della Rai, alternando il ruolo di attore a quello di imitatore, gli fu affidata la trasmissione radiofonica “Caccia al Tesoro”, per poi ottenere la consacrazione artistica con Scanzonatissimo e La Voce dei Padroni.

La sua capacità di riprodurre in modo pressoché perfetto voce, atteggiamenti e caratteristiche fisiche dei soggetti delle sue imitazioni, non solo lo rese uno dei mattatori del sabato sera dai primi anni ’60 fino alla metà dei ’70, ma fece anche da modello per il defunto Gigi Sabani, da molti definito “il suo erede spirituale”.

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