Inventata in Gran Bretagna, la mordacchia, detta anche “la briglia della comare”, era una tortura rinascimentale che ebbe larga diffusione in Europa. L’ordinamento giuridico britannico riconosceva la “common scold”, ossia la figura di una donna chiassosa, intenta a disturbare la quiete e sempre pronta a diffamare il prossimo. Individuato dunque il reato di calunnia, si pensò subito alla punizione e richiamandosi alla biblica legge del taglione: “occhio per occhio, dente per dente”, fu coniato uno strumento che infliggesse un castigo che riflettesse la natura del reato commesso.

Brank Kelvingrove Art Gallery and Museum
Brank Kelvingrove Art Gallery and Museum

Realizzata solitamente in ferro, la briglia della comare non era dissimile dal ‘morso dei cavalli’, salvo per un uncino pronto a conficcarsi nella lingua della “pettegola” che veniva costretta al silenzio. Chiusa da un lucchetto, la mordacchia obbligava la condannata ad ingoiare il proprio sangue, che sarebbe sgorgato dalla ferita provocata alla lingua ad ogni tentativo di pronunciar parola.

Marito che infligge la punizione
Marito che infligge la punizione

Al dolore poteva inoltre aggiungersi un’umiliazione, e per il principio “la donna taccia nella presenza del maschio”, il marito poteva “portare al guinzaglio” la moglie, a spasso per la città, e qui i passanti erano legittimati ad insultarla, picchiarla, ed imbrattarla con sterco ed urina.

In molti casi però, la diffamazione, la calunnia, il pettegolezzo, erano solo il pretesto dietro cui celare punizioni inflitte per motivi religiosi. Si pensi alle donne quacchere, condannate perché in realtà ree di professare la propria fede in strada. Poiché trattate pari ad animali domestici, in Germania si giudicò ben fatto aggiungere sulla maschera di ferro anche una campanella, così da sottolineare, per chi non se ne fosse accorto, la presenza della donna punita.

La Briglia della Comare
La Briglia della Comare

Tra le prime donne ad essere sottoposte a questa tortura si ricorda Bessie Tailiefeir, che nel 1567, in Scozia, fu accusata di aver diffamato un certo Baillie Hunter, affermando che l’uomo aveva imbrogliato sulla misurazione di alcuni terreni.

Ma la briglia della comare non fu mai indossata dalle nobili dame britanniche e fu riservata quasi esclusivamente a povere donne delle fasce meno abbienti, le stesse (salvo rari casi) che venivano accusate di stregoneria durante il periodo dell’Inquisizione, e che furono torturate anche con questo strumento.

Dal Film Bristone
Dal Film Bristone

Diffusa nel Regno Unito (risulta presente nella lista delle punizioni ancora nel 1856, in un paesino del Lancashire), nelle Americhe arrivò grazie alle colonie britanniche, e richiamandoci a quanto riportato da Olaudah Equiano, scrittore e mercante nigeriano vissuto nel XVIII secolo, la museruola venne usata, durante il XVII secolo, nelle piantagioni in particolare in quelle della Virginia per gli schiavi africani.

Uno strumento dunque, che nato apparentemente per punire chi avesse arrecato un torto, assoggettava e mortificava le due classi più deboli nei secoli in cui se ne fece uso: le donne e gli schiavi.

 

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Dott.ssa Assunta Mango, laureata in economia all’Università Federico II, giornalista, scrittrice, ricercatrice e mobility manager, addetta alla selezione e valutazione del personale nonché progettista presso il Comune di Napoli. Ha pubblicato: “Napoli Esoterica: I tre Decumani“, "Tempo e Tradizioni: I mestieri nel Presepe Napoletano", "Storie e leggende tra i due laghi“, "Mirate al cuore", "Io, sono Giuditta". Regista e sceneggiatrice di commedie teatrali e socia fondatrice dell’Associazione “Oltre i Resti“.